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lunedì 2 dicembre 2013

Perché sono contrario al dimezzamento del numero dei parlamentari

Sono un cittadino che crede nella Democrazia e in chi la difende, nelle istituzioni e in chi le difende, nella Costituzione (l'inosservanza della quale ha portato a tale degrado) e in chi la difende, e come tale faccio mio l'invito di quest'ultima, specificamente nel suo art.4 che campeggia parzialmente qui sopra, di svolgere una funzione che concorra al benessere materiale o spirituale della società. E' così quindi che, sotto l'invito della Costituzione, ma anche sotto l'invito di chi chiede partecipazione e concorso di idee, di chi chiede molto saggiamente di esprimerle con schiettezza (lasciando presumere di fare altrettanto suppongo), che mi accingo con serenità e pacatezza, pacificamente e democraticamente, rispettoso delle altrui opinioni ma soprattutto di chi le esprime, a proporre le mie circa il tema del dimezzamento del numero dei parlamentari.
E' una questione molto delicata. mi rendo conto...
L'Italia ha una sua storia, per altro nobilissima e millenaria, sue caratteristiche, sue prerogative, sue specificità che non si possono ignorare. Se vogliamo ha una sua anima, un suo sentimento, ma soprattutto ha tutta la capacità di trovare le risposte giuste e appropriate secondo la propria personale esperienza e secondo il momento storico in corso, senza il bisogno di andare a scopiazzarle, anche perché queste risposte molto probabilmente vivono già tra le pieghe, per così dire, della Costituzione, basta andare a cercarle ed applicarle.
Andare a scopiazzare acriticamente soluzioni da altri Paesi è una operazione antistorica ma soprattutto priva di logica e di senso, nonché densa di rischi.
Ciò che funziona in un determinato contesto infatti non è detto che funzioni in un contesto completamente diverso solo perché lì funziona bene!
Quello che nasce in un determinato contesto è funzionale a quel contesto e naturalmente è stato pensato in quel contesto e per questo gli è congeniale. Importare pedissequamente soluzioni politiche tali e quali e pretendere che funzionino in un contesto completamente diverso è piuttosto bizzarro e pretenzioso e sottopone il Paese a tutta una serie di rischi inutili per non dire potenzialmente dannosi, che non è proprio il caso in questo momento di andare a correre. Oltretutto per certe iniziative è sempre meglio ricorrere al giudizio popolare, dopo aver fatto opera di divulgazione seria ed imparziale.
Troppo facile e troppo demagogico fare ricorso all'arma del risparmio per imporre l'idea di questo dimezzamento, quando ci sono decine di miliardi di euro che all'insaputa della stragrande maggioranza della popolazione lasciano l'Italia per finire dopo vari passaggi in banche straniere che poi  magari ti comprano le aziende nazionali!
Se si vuole veramente il risparmio si può facilmente dimostrare disponendosi ad impedire queste dinamiche che paiono decisamente perverse, questi giochi di prestigio e di potere, e questa emorragia di denaro che lascia a bocca asciutta l'Italia, che ne sarebbe così bisognosa, altrimenti il sospetto legittimo che si tratti solo di pura e semplice demagogia si rafforza. E se si tratta di demagogia allora vuol dire che non è quella del risparmio la ragione e così se non è quella del risparmio allora qual'è? Il fatto è che questa idea del dimezzamento è un' idea che sembra provenire da fuori d'Italia, non so esattamente da dove ma certamente non può nascere in Italia.
Si tratta pertanto probabilmente di ingerenze e si identificano probabilmente con i già citati 'consigli senza coda', consigli cioè dispensati per beneficiare non il consigliato ma il consigliere, consigli per avvantaggiare chi consiglia!
E l'Italia nel corso degli ultimi venti anni è stata letteralmente subbissata di consigli senza coda.
In effetti il dimezzamamento del numero dei parlamentari sembra rappresentare espressamente la prossima tappa di un processo che sembra sortire il risultato di smantellare il sistema Italia, processo che evidentemente rischia di indebolirla sempre più la nostra Italia, e di metterla in condizioni di non poter fare altro che tacere di fronte ai diktat esterni, processo che si somma a quello di deindustrializzazione dovuto alle svendite ai privati delle aziende pubbliche e alle politiche del ventennio appena trascorso, politiche nei confronti delle quali occorrerebbe una assoluta discontinuità. Non si può continuare sulla stessa linea sarebbe masochistico.
E' un processo che nel suo insieme sortisce l'effetto con ogni evidenza di sottrarre la sovranità al popolo italiano che nalla fattispecie vedendosi diminuire il numero dei parlamentari vede diminuire in modo direttamente proporzionale anche il grado di rappresentatività, e sì che la Costituzione dichiara espressamente la sua sovranità. Ma in barba al popolo si vuole dimezzare, una operazione che con ogni evidenza non ha niente ma proprio niente di sinistra. Neanche un bruscolino di questa operazione ha il benché minimo sentore di sinistra!!! Se ne compiacerà la destra!

Ma che ci sia una gran confusione oggi tra ciò che è di destra e ciò che è di sinistra lo si evince da tutta una serie di osservazioni così evidenti che sarebbe inutile stare qui a rimarcarli.
Ed è giusto quindi che da questa confusione ne tragga vantaggio il movimento cinque stelle, molto più coerente con se stesso.

Ma per capire meglio perché secondo me è dannoso dimezzare il numero dei parlamentari penso che sia utile fare un parallelismo.
Ciò a cui dobbiamo pensare quando ci riferiamo al Parlamento è ad un organo che equivale a quello che è il sistema nervoso centrale (SNC) per il corpo umano. E possiamo pensare ai parlamentari come ai neuroni di questo sistema nervoso centrale. Ora tutti noi sappiamo che maggiore è il numero dei neuroni e maggiore è il numero delle probabili connessioni sinaptiche tra gli stessi e di conseguenza maggiore è il grado di intelligenza di una persona.
Ne deriva che maggiore è il numero dei parlamentari e maggiore è il numero delle potenziali connessioni tra essi che ne può derivare, cosa che farebbero di un parlamento un organo veramente pensante e intelligente, capace non solo di rappresentare il popolo, ma anche di trovare la risposta creativamente più adatta ad una determinata situazione. Ecco che il parlamento mantenendo il numero dei parlamentari che gli sono stati assegnati dall'Assemblea Costituente, può trasformarsi con un po' di buona volontà in un luogo di grande opportunità creativa. Usando con un po' di disinvoltura alcuni concetti di Vygotskij, noto filosofo e pedagogista russo, potremmo affermare che il parlamento potrebbe rappresentare l'estensione di ogni 'zona prossimale di sviluppo' di ogni parlamentare.
Invece invocare il brusco dimezzamento del numero dei parlamentari con la semplice scusa del risparmio (piuttosto debole come scusa!), in altri termini sarebbe come invocare il dimezzamento del numero dei neuroni in un sistema nervoso centrale. Riflettiamoci, chi di noi sarebbe disposto dimmezzarsi il numero dei neuroni? Nessuno credo!
Viene così da chiedersi se per caso non sussista una volontà che agendo sotterraneamente cerchi di diminuire in generale la capacità di pensiero del parlamento stesso ma anche più in generale, per impedire alle critiche di esercitare il ruolo costruttivo che le contraddistingue e che ne fa degli elementi di irrinunciabile utilità. Nel mondo di oggi c'è infatti un forte bisogno di critiche e cercare di ghettizzarle non è utile per nessuno.
Ecco che quindi, con ogni evidenza, ci troviamo di fronte ad un altro processo masochistico, che rischia di danneggiare ancora una volta l'Italia, di ridurne la voce, già abbastanza fioca, come se non ci fossero già abbastanza problemi in Italia dovuti al suo spiccato masochismo.

Visti e considerati i rischi che il dimezzamento del numero dei parlamentari comporta, ritengo che sia estremamente più saggio e responsabile, nonché rispettoso, rimanere nel solco di una tradizione autenticamente autoctona, che trae origine dal territorio, dalla vita politica vissuta, masticata e digerita in diretta, meglio mantenersi nel solco della Costituzione e dell'Assemblea Costituente, memore dell'esperienza della seconda guerra mondiale e del ventennio fascista, e quindi anche per questo capace di forgiare una Costituzione che contiene tutti gli anticorpi necessari per impedire che simili derive ritornino, ma depositaria di tutta l'esperienza immediatamente precedente ivi compresa quella del Risorgimento. E' di un nuovo Risorgimento che abbiamo bisogno non del dimezzamento del numero dei parlamentari!

Concludendo e riassumendo, le ragioni per cui sono contrario al dimezzamento del numero dei parlamentari sono le seguenti:
1) Ci sarebbe una minore rappresentatività del popolo italiano;
2) Ci sarebbe un minor apporto creativo, una minore ricchezza e varietà di pensiero, minori risorse umane;
3) Sarebbe più facile selezionare (magari da qualche scuola e università privata particolarmente costosa!), imporre, e far eleggere soggetti scelti dall'alto e quindi conseguentemente imporre scelte dall'alto in generale! Soprattutto in un sistema  elettorale privo di 'preferenze'!
4) Sarebbe tutto quanto maggiormente elitario, ove l'elemento discriminante dell'elite sarebbe la ricchezza monetaria e non quella intellettuale, in totale difformità con la Costituzione;
5) Sarebbe minore l'energia da spendere se malauguratamente si volesse comprare, corrompere eventuali parlamentari. La storia insegna e nessuno si scandalizzi  perché abbiamo degli esempi recenti.
6) Sarebbe più facile quindi soverchiare una maggioranza, e più semplice controllare, influenzare e dirigere dall'esterno determinate scelte, magari contro la volontà popolare, con conseguente instabilità politica.

Ora mi chiedo: c'è qualcosa di sinistra in tutto questo?
E c'è qualcuno di sinistra che in tutta onestà se la sente di dire che tutto questo è di sinistra?
Inoltre non ho mai avuto il piacere di sentir dire a chi proclama il dimezzamento del numero dei parlamentari come se fosse la panacea di ogni male, perché si dovrebbe dimezzare, quali sono le ragioni. Il risparmio? Abbiamo già appurato che non è così, e quindi cosa? Tutti coloro a cui ho sentito dire con grande leggerezza che occorre dimezzare non hanno mai, e dico mai e poi mai, spiegato il perché! E sì che avrei ascoltato con grande interesse! In ogni caso sembra piuttosto evidente il timore di innescare un serio dibattito sull'argomento e non basta certo a dirimerlo un semplicistico: perché là ne hanno meno!
L'Italia non è là, l'Italia è qua! Ed ha la sua storia che non può essere né violentata né misconosciuta!!!