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lunedì 4 novembre 2013

Non possiamo non manifestare sgomento e preoccupazione

Alcune considerazioni di carattere generale circa la notizia che in Grecia sia stata approvata una legge che sanzionerebbe gli 'atti contrari all'Unione Europea' anche con due anni di reclusione.
E' difficile giudicare una legge approvata da un parlamento che non è quello tuo o, per meglio dire, quello della tua nazione, cioè quello di cui hai eletto deputati e senatori e con il quale hai quindi un certo rapporto di contiguità, se così si può dire.
Infatti c'è chi è istintivamente portato ad avere tali forme di rispetto dell'altro, in senso lato, che si manifestano anche con atteggiamenti di astinenza, continenza e di non ingerenza negli affari altrui o interni di un altra nazione.
Non c'è alcun dubbio che questa legge sia stata approvata da un parlamento di uno stato sovrano, la Grecia e che quindi questa legge riguardi espressamente il popolo greco che reagirà secondo la propria auto-determinazione, la propria coscienza, la propria volontà, il proprio istinto ecc.
E' anche difficile poi giudicare una legge che non si conosce direttamente, pare addirittura imprudente farlo, da qui tutta una serie di incertezze e di reticenze. E' poi un richiamo sempre giusto quello di adottare criteri scientifici nel proprio operare e sarebbero certo in molti a ritenere che è più scinetifico andare direttamente alle fonti per formarsi una opinione personale sulla materia dell'indagine in corso.
Ma in questo momento non ho la legge in questione sotto mano e mi fido delle impressioni ricevute e raccolte da persone maggiormente competenti di me su questioni giuridiche.
Sentirei tra l'altro la necessità di capire meglio il significato di questa definizione di 'atti contrari', nel senso che ci sono degli atti che possono essere violenti e che se per 'contrari' si intende violenti orbene, in quanto tali, sono certamente da stigmatizzare, ma questo generalmente avviene indipendentemente dal fatto che siano pro o contro una determinata cosa, in questo caso l'Unine Europea; é l'atto violento in sé che viene sanzionato.
Per cui viene fatto di pensare che sia il pensiero che vi è collegato più che l'atto in sé ad essere l'oggetto dell'attenzione della legge in questione, cioè il pensiero critico nei confronti dell'Unione Europea.
E quindi, se questo dovesse essere confermato, sarebbe veramente difficile non provare un istintivo moto di sgomento. E' questo sgomento appunto che ci chiama in causa, che chiama in causa le nostre coscienze.
Oltretutto questa legge evidentemente pare che aspiri a regolare i rapporti con l'Unione Europea, anche se all'interno di un singolo stato e quindi possiamo legittimamente pensare che provenga dai fautori del cosiddetto europeismo.
E' quindi una legge che acquista per sua natura e per sua proveninza una fisionomia che la mette in modo quasi del tutto naturale in relazione con l'UE, che ne richiama l'attenzione.
Anche questa dimensione, diciamo così, europea, insieme con l'istintivo sgomento di cui sopra ci autorizza in qualche modo a non sentirci del tutto fuori luogo nel manifestare alcuni pensieri e alcune impressioni di carattere generale che si producono istintivamente in noi.
E' qui che sentirei il bisogno di una lettura diretta della legge perchè non vorrei aver capito male.
Ma se non ho capito male dirò che dispiace veramente molto notare che ci siano delle inflessioni del senso sociale e di partecipazione, che si notano quando in certe nazioni si approvano leggi che sembrano determinate dalla paura di fronteggiare opinioni contrarie al 'pensiero unico'sull'Europa.
Sono atteggiamenti che sembravano far parte di un lontano passato e che invece rispuntano improvvisamente fuori suscitando effettivo stupore e che fanno pensare ad una regressione sociale appunto, regressione sociale che era stata temuta e intravista già da qualche tempo da persone dotate di sensibilità e intuito.
Suscita un vero e proprio sgomento e fa tristezza notare che i cosiddetti 'europeisti' sentano il bisogno di approvare leggi, di cui ho capito che la redazione sia volutamente imprecisa, ma che proprio per questa imprecisione corrono il rischio di venire applicate secondo una interpretazione eccessivamente estensiva e che rischia di andare contro la libertà di espressione cioè contro una libertà fondamentale dell'essere umano in quanto tale (se ho capito bene), libertà a cui la stessa UE si è invece giustamente uniformata.
Da qui un paradosso. Infatti è estremamente singolare e paradossale che un parlamento di uno stato sovrano, benché liberamente membro dell'UE, approvi leggi che evidentemente spera europeiste ma che tuttavia potrebbero dimostrarsi nella loro applicazione estensiva in contrasto con ciò a cui l'UE stessa si è uniformata e a cui dice di credere. E' un vero paradosso.
Infatti chi è veramente europeista nel senso più alto e democratico del termine, sa che nell'UE vige la libertà di espressione e non la mette minimamente in discussione.
E libertà di espressione significa anche sentirsi liberi di criticare l'UE stessa.
La libertà di espressione fonda la partecipazione creativa di tutti i cittadini europei alla costruzione dell'Unione Europea.
Sembra oltretutto un atto di grande insicurezza nei confronti delle proprie posizioni e delle proprie idee, quella di temere la libertà di espressione.
Quelle di questo articolo sono idee espresse sull'onda istintiva di questo sgomento ma non intendono essere irrispettose o lesive dell'autonomia del parlamento greco che naturalmente può legiferare ciò che ritiene meglio si adatti alle esigenze del proprio popolo, dei propri cittadini elettori, senza chiedere il permesso a terze parti e ben consapevole del fatto, ritengo, che in ogni caso, come in tutte le democrazie, queste scelte saranno giudicate dal popolo elettore.
Non avendo letto direttamente la legge non posso essere sicuro al cento per cento di aver visto giusto e mi riservo eventuali correzioni, per cui non so se è questo il caso in questione ma dirò che se in un momento di smarrimento mi mettessi a legiferare senza accorgermi che lo sto facendo contro determinati principi comunemente accettati (e magari anche da me), non mi dispiacerebbe che qualcuno mi dicesse: legifera pure se vuoi ma consentimi di chiederti se sei certo di quello che stai facendo!
Nessuna ingerenza quindi, mi dispiacerebbe se venisse vista così, ma non possiamo non manifestare il nostro istintivo sgomento.
Nessuna ingerenza quindi ma una sincera manifestazione di dispiacere, e sottolineo sincera, amplificata, per altro, dal fatto che tutto questo avvenga nella patria storica della filosofia e della Democrazia.
Non ho altre parole da aggiungere in questo momento ma concluderò dicendo che questa decisione del parlamento greco, sembra comunque corroborare l'idea sempre più diffusa in Europa, soprattutto tra i giovani, di una UE sempre più autoritaria.