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lunedì 25 novembre 2013

Messaggistica e letture sintomali

Essere un operatore artistico ha le sue implicazioni, come quella di avere a che fare col mondo dei messaggi, visivi prima di tutto, ma direi estensivamente col mondo dei messaggi in generale.
Questo in qualche modo acuisce una certa sensibilità al messaggio ed alla sua gestione.
Capita quindi, anche per questa attitudine, di notare cose che altrimenti sarebbero difficilimente avvertibili.
Si nota per esempio con la complessificazione generalizzata del mondo contemporaneo, anche quella della messaggistica in generale, del segno, del 'sema', che tende oggigiorno a privilegiare la multimedialità e quindi la complessità strutturale del messaggio.
Alla complessità di questo mondo contribuiscono molte cose e molte funzioni del linguaggio, come quella conativa, tanto per fare un esempio, il primo che mi viene in mente tra quelli possibili.
E vi contribuiscono altresì l'esistenza dei messaggi subliminali, quelli che tendono a parlare più all'inconscio che alla coscienza vigile e attiva, esistenza che è stata studiata e acclarata. Molti fattori ancora vi contribuiscono come quelli specificamente relativi al linguaggio ed alla sua evoluzione come la sua tendenza semantica e onomasiologica, la polisemia ecc.
Ma per fare un esempio di più immediata comprensione pensiamo all'esistenza dei messaggi in codice, anche e soprattutto di ambito militare ( pensiamo ai vari film di guerra ) basati su vari livelli di complessità della cifratura.
Oltretutto sempre maggiore è il grado di intreccio ed interrelazione tra i diversi tipi di messaggio e i diversi tipi di 'veicoli' utilizzati dai messaggi per giungere al destinatario o ai destinatari e questo anche grazie alle moderne tecnologie informatiche. Anche questo dà il suo contributo a questa complessificazione.
Tutta questa complessità può avere il difetto di dare luogo alla creazione di messaggi involontari e casuali, presunti o reali, ad una messaggistica non convenzionale basata su vari livelli di lettura e di condivisione e pertanto in qualche modo talvolta da 'lessico familiare' se mi si passa l'espressione, talaltra da lessico anche più ristretto, ove possibile, poiché basata magari su connotazioni di senso estremamente soggettive anziché su denotazioni estensive ed estendibili o, se preferite, generalizzabili;
E così tutta questa complessità presta purtroppo il fianco ancora a qualcos'altro, ad un' arma tra le più temibili nel mondo dell'informazione, qualcosa che si può definire strumentalizzazione!
Come quando si cerca di far dire a qualcuno qualcosa che in realtà non dice e/o non ha detto, e magari non direbbe mai, e tutto questo perché, per qualche ragione, è utile far pensare questo a qualcuno.
Siamo così a citare nuovamente le famigerate 'letture sintomali'!
Ma come tutto questo entra a far parte del nostro quotidiano e questione abbastanza difficile da spiegare.
Dunque, ognuno di noi nel proprio quotidiano compie un certo numero di scelte rispetto ad un ventaglio di possibilità e di alternative. Spesso si presentano molteplici opzioni, ma stringi stringi le alternative veramente apprezzabili si riducono sovente a due o tre al massimo.
Ogni scelta può presentare degli aspetti secondari e non immediatamente valutabili, legati ad una serie di interpretazioni semantiche secondarie. Sono proprio questi aspetti che entrano in gioco nel fornire appigli e opportunità alle 'letture sintomali'.
Ci si può trovare così di fronte ad una situazione tale per cui prendendo una direzione si da luogo alla possibilità di una certa lettura sintomale e prendendo l'altra, parimenti, si da luogo ad un'altra di queste famigerate letture. Qualsiai sia la scielta vi è sempre, nell'ambito del possibile, la possibilità di una 'lettura sintomale'.
E si può far dire di tutto!
Per esempio fatta una certa scelta la possibile lettura sintomale che si può verificare potrebbe essere riassunta dall'espressione: ecco come ti faccio offendere qualcuno!
Oppure prendendo l'altra strada della biforcazione ci si può trovare di fronte alla generazione di un messaggio la cui lettura sintomale può essere riassunta dall'espressione: ecco come ti rendo reo! Ecco come ti rendo colpevole di qualcosa!
E questi sono solo degli esempi tra i molti possibili. Sono aspetti che giocano anche sulla funzione psicologica legata al destinatario. Ma questo aspetto ci porterebbe troppo lontano dal nostro discorso e non possiamo approfondirlo adesso.
Fantascienza? Forse, chissà. Qualcuno potrebbe rispondere di sì. Ma nell'ambito del possibile ciò è possibile!
Dopotutto con ogni probabilità ci si sentirebbe dare dell'ingenuo se pensassimo che tentativi di questo genere non sussistano nella realtà, tentativi cioè di far dire a persone cose che in realtà non dicono e non direbbero mai. Ingenuo infatti è pensare che non si verifichino anche piuttosto abitualmente. Questo è infatti sotto gli occhi di tutti! Pensate a quanti personaggi anche famosi dopo un'intervista protestano per essersi visti affibbiare opinioni nelle quali non si riconoscono o che dicono di non aver espresso! E poi chi può negare che di fronte alla possibilità di acquisire il potere di far dire a qualcuno cose che in realtà non dice, qualcuno non sarebbe tentato di mettervi la firma?!
Per fare una ipotesi un po' fanta-politica pensate come potrebbe essere usato questo potere in una campagna elettorale.

Ma forse per essere più chiari potrebbe essere maggiormente utile paradossalmente una lettura basata su esempi meno specifici, un esame più generico della questione, non saprei, vediamo...

Dicevamo che ognuno di noi nel proprio quotidiano compie un certo numero di scelte.
In ogni caso le celte che vengono compiute rispetto ad un ventaglio di possibilità, sono determinate da esigenze soggettive e personali di vario genere e ti avvicinano a determinati contesti non abituali e quindi per certi versi sconosciuti.
L'abbinamento simbolico della tua persona ad un determinato contesto sconosciuto, contesto che si identifica con tutta una serie di 'segni' e di 'simboli' particolari, può determinare la generazione casuale, spontanea e incontrollata di un determinato numero di messaggi involontari.
A questo punto nell'ambito del 'possibile' si concretizza la possibilità reale di 'letture sintomali' compiute rispetto a questi messaggi involontari. Terze persone potrebbero cioè leggere in modo 'sintomale' (Umberto Eco specificherebbe probabilmente: in modo 'cattivo'!) determinati messaggi come se fossero il sintomo prima di tutto di una volontà esplicita, e secondariamente di una volontà atta a lanciare deliberatamente ben specifiche informazioni in una determinata direzione.
Mi rendo conto che non è semplice spiegare queste cose, ma ritengo che nel mondo di oggi questo tipo di ricerche diventino sempre più importanti anche per mantenere alti i livelli di Democrazia e che sia quindi comunque importante provarci.

Comunque sia, per queste ragioni ci tengo a precisare che non sono responsabile della generazione di messaggi secondari o soggiacenti a una mia scelta scevra in verità e in tutta onestà da qualsivoglia volontà di determinarli.
Se questi messaggi sono rienuti fonte di plauso ecco che non lo merito; se sono ritenuti fonte di biasimo non merito neanche questo! Sono e mi ritengo semplicemente estraneo a questo gioco.
Ciò che ho da dire e che voglio dire non lo affido a messaggi sui generis ma lo rendo esplicito in forma semplice e ordinaria se e quando lo ritengo opportuno, in un linguaggio da leggere nella sua forma semplice e naturale.
Così invitavo a fare, per esempio, nel post " Meglio una lettura semplice".
E poi talvolta è estremamente opportuno non fare alcuna dichiarazione.
Certamente più complesso si presenta il panorama delle produzioni visive, che tuttavia non posso trattare adesso.

Concludendo: letture sintomali relative a simboli, acronimi, sigle e quant'altro un eventuale 'lettore sintomale' ritenesse di voler affibbiare alla mia volontà per i propri scopi, sono destituite in quanto tali di ogni fondamento, e in ogni caso non sono appunto frutto della mia volontà!!!