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domenica 21 aprile 2013

Alla luce degli eventi

Nel post intitolato 'Cose che un governo dovrebbe tenere presente'(espressione un po' impropria per dire in realtà: cose che si dovrebbero tenere presenti per la formazione di un governo) facevo notare come, dal mio punto di vista (e quindi limitato quanto si vuole, ma legittimo come qualsiasi altro punto di vista), si dovessero tenere presenti principalmente alcuni fattori e ne avevo elencati tre, ma dandone altri per scontati, e forse non avrei dovuto.
Quindi oggi potrei dire, rettificando parzialmente, aggiornando o per meglio dire integrando, allo scopo di essere maggiormente esaustivo che di fattori particolarmente significativi da tenere presenti, dopo il risultato elettorale se ne potrebbero annoverare pertanto tre o quattro e sono: a) la sostanziale vittoria della coalizione di centro-sinistra ( di cui sappiamo a chi va il merito; b) l'affermazione del movimento cinque stelle ( prima forza politica in Italia); c) il no all'austerità; d) la sostanziale sconfitta dei 'tecnici'.
Anche adesso che è stato confermato il Capo dello Stato, e non sussiste lo stato di incertezza dovuta all'incognita della successione, questi fattori non hanno perso la loro veridicità e la loro rilevanza, e non dovrebbero essere ignorati nella formazione di un governo. Sarebbe come ignorare la voce del popolo sovrano!
Oltretutto, per fornire un quadro ancor più esaustivo, bisogna integrare questi dati con altri dati ancora, possibilmente, ed in particolare a mio avviso con uno che appare molto significativo.
Bisogna considerare infatti che mentre PD e PDL hanno comunque giocato una partita di cui hanno potuto scrivere le regole, il movimento cinque stelle ha giocato una partita con regole scritte da altri, ha giocato cioè, in un certo senso, in trasferta una partita che gli altri hanno giocato in casa. Mi riferisco ovviamente alla legge elettorale. In altri termini il movimento cinque stelle è divenuto la prima forza politica del paese nonostante abbia giocato una partita con regole che non ha potuto scrivere e che invece sono state scritte dai suoi antagonisti politici i quali hanno disegnato le stesse regole presumibilmente, per così dire, a loro immagine e somiglianza, cioè a dire sulle proprie caratteristiche. Se, per esempio, la legge avesse previsto il premio di maggioranza non per la coalizione, ma per il singolo partito (o movimento) vincente, adesso avremmo una Camera dei deputati con una maggioranza assoluta a cinque stelle. E questo dovrebbe fare molto riflettere.
Nelle richieste di responsabilità spesse volte ascoltate, anche recentemente, immagino sia pacifico, far rientrare anche la responsabilità di assumere il più ampio numero possibile di elementi veridici sul dato elettorale, così come dovrebbe rientrarvi quella di accettarli di buon grado come tali il più obiettivamente possibile e questo ovviamente nel primario interesse dello Stato ed in ossequio al popolo sovrano.
E'un momento molto difficile obiettivamente parlando per il paese ed è chiaro che c'è una certa difficoltà da parte di molti, forse di tutti, a comprendere esattamente quello che stà accadendo.
La tensione è palpabile e molto alta ed avere una chiave di lettura potrebbe costituire un elemento molto utile per stemperarla. Per questo il nostro auspicio è che si tenga presente tutto questo e che si affrontino le nuove consultazioni senza schemi precostituiti, ma a partire da una situazione, diciamo così, di reset da un lato e di profonda rilettura del dato elettorale dall'altro.

Detto questo, credo che non siano in pochi quelli che probabilmente si stanno chiedendo se per caso non sia stato un errore quello di non aver appoggiato un eventuale governo di centro-sinistra da parte del movimento cinque stelle.
Capisco ovviamente i proclami in campagna elettorale, tutte quante le difficoltà del caso e personalmente le stavo analizzando, non senza qualche difficoltà, in un post che avrebbe dovuto essere publicato nel blog giorni addietro.
Il fatto che poi non sia stato pubblicato la dice lunga sulle difficoltà personali incontrate nella redazione dello stesso, e sugli scrupoli che mi sono fatto.
Sono stato molto indeciso infatti e poi ho lasciato perdere. Si sarebbe intitolato:
'Fare e pentere o starsi e pentersi?' La frase boccaccesca edulcorata dei significati connotativi  che il suo contesto gli conferirebbe, e reinterpretata inizialmente nel più denotativo e letterale dei significati, per poi traslarne il senso su un piano metaforico relativo all'attuale situazione politica, avrebbe dovuto suonare abbastanza eloquentemente così: il rischio che si correrebbe appoggiando un governo di centro-sinistra probabilmente non è dissimile ( se non addirittura inferiore ) da quello che si correrebbe non sostenendolo.
Tale che probabilmente il gioco vale la candela.
I motivi dell'indecisione erano scritti nel post stesso. Scrivevo per esempio:

'L'arrivo in parlamento del movimento cinque stelle rappresenta veramente per molti cittadini italiani non solo un elemento di novità ma anche e soprattutto un elemento di grande speranza.
E Dio solo sa cosa questa speranza rappresenti per tutte queste persone, un'autentica manna dal cielo. E' chiaro che le novità per loro natura presentano anche delle incognite e quindi non possiamo giudicare a priori ma possiamo solo aspettare e vedere che cosa succede nel corso della legislatura.
In ogni caso è un fenomeno da osservare con grande rispetto e con grande attenzione.
Ma proprio per la speranza che esso rappresenta, nessuno di coloro che si affidano a questa stessa speranza, immagino, vorranno mai incrinare, neanche lontanamente, il potenziale che esso sembra poter sprigionare, anche semplicemente in termini propositivi. 
Ed è per questo che, per un qualsiasi osservatore, diventa molto difficile in questo momento, e perfino imbarazzante, da un certo punto di vista, pensare di poter offrire anche soltanto degli  spunti di riflessione al movimento.
Da un lato può sembrare presuntuoso, dall'altro subentra un timore, quello di fare la cosa sbagliata, che trova una sua giustificazione nel momento in cui pare di assistere a qualcosa di più di un semplice tentativo di creare divisione all'interno dello stesso.
Perchè mai, infatti, sarebbe difficile offrire degli spunti di riflessione se non fosse per il fatto che si comincia ad avvertire la sensazione che un qualsiasi spunto di riflessione possa sortire l'effetto indesiderato di creare tensioni e divisioni?
E quali tecniche, per altro, abbia sviluppato l'eristica, cioè la famosa arte di ottenere ragione (termine che in questo caso uso estensivamente come simbolo di ogni tatticismo politico) anche per essere in grado di dividere, nel corso della storia della politica, non oso nemmeno immaginarlo.
Ma è logico supporre che queste tecniche probabilmente si siano sviluppate e affinate nel corso del tempo.
Per questo sembra trovare una sua giustificazione e una sua legittimazione un atteggiamento, per così dire, difensivo ( da parte del movimento) e trovo che anche questo atteggiamento debba essere rispettato.
Ma appare anche evidente che motivi per essere reticenti e indecisi rispetto alla pubblicazione di certi post ce ne sono eccome.'

Ecco in sostanza spiegato il motivo della mia reticenza che ha finito per indurmi a non pubblicarlo.
Ed aggiungevo ancora nello stesso:

'Oltretutto il movimento cinque stelle è nuovo all'esperienza parlamentare e quando una esperienza è completamente nuova ci sono sempre tante cose da assimilare e ci si può sentire disorientati, e i tempi di assimilazione rispetto alle novità possono essere anche estremamente soggettivi così da variare appunto da soggetto a soggetto, e così da creare una sorta di diacronia, ossia di assenza di sincronia, tra i vari componenti del gruppo, sì da dare l'impressione di un sensibile, ancorché temporaneo, scollamento, il che può rappresentare un qualche pericolo per chi cerca di fare leva proprio sulla coesione interna come elemento di forza.
E per trovare coesione interna si ricorre anche all'arma della coerenza, che in sé rappresenta certamente un valore e una qualità, in generale, e non un difetto ovviamente, e questo va riconosciuto. Ma dovremmo anche chiederci, ritengo, quasi con metodo e spirito strutturalista, se per caso non possa sussistere un livello di coerenza soggiacente o maggiore, in altri termini se non sia possibile essere coerenti ad un livello diverso, magari più profondo, il che potrebbe aprire a varie interpretazioni il significato del concetto di coerenza.
E' una questione difficile...'

E lo si può ribadire che è difficile!
E' chiaro che finché uno scrive pensa sempre di trovare il modo di pubblicare ciò che scrive, soprattutto nel proprio blog, altrimenti non scriverebbe, ma l'indecidione era reale e quindi ad un certo punto quando avevo la sensazione di poter vincere le varie reticenze mi ero spinto a dire:

'Forse, malgrado tutto, un tentativo di offrire spunti di riflessione potrebbe essere fatto dal momento che in fondo in fondo, comunque vadano le cose, è difficile pensare di poterle peggiorare soltanto per questo, visto anche che, qualsiasi sia lo spunto di riflessione, per non dire il suggerimento da offrire, il movimento sembra capacissimo di meditarlo a modo proprio di accettarlo o rifiutarlo senza problemi, nel reciproco rispetto delle parti.
Ma se andiamo a vedere quali sono le caratteristiche positive che il movimento cinque stelle ha saputo manifestare e che gli sono così connaturate e che, ancora, gli hanno permesso di distinguersi e di accattivarsi una vasta parte di consensi tra la popolazione italiana possiamo certamente annoverare tra queste la grande flessibilità e apertura al confronto, non solo tra gli iscritti, ma direi anche a persone esterne al movimento.
Questo è ciò che si è percepito dall'esterno.'

E dopo questo mi accingevo a dare una lettura del problema , quindi aggiungevo:

'E' così quindi che, come cittadino italiano ed europeo, e sotto l'invito della Costituzione della Repubblica Italiana, ma anche sotto l'invito di chi chiede partecipazione e concorso di idee, che mi accingo ancora una volta con serenità e pacatezza, pacificamente e democraticamente, rispettoso del movimento, delle altrui opinioni ma soprattutto di chi le esprime, ad avanzare qualche timido spunto di riflessione su una delle questioni che hanno tenuto banco subito dopo le recenti elezioni, quelle della formazione di un eventuale governo di centro-sinistra e dell'eventuale appoggio allo stesso da parte del movimento cinque stelle.'

Poi si entrava nel vivo del discorso:

'Ora, la scelta di non collaborare alla creazione o al sostegno di un governo definito 'dei partiti' da parte del movimento cinque stelle è una scelta che sembra a tutti gli effetti ragionata e non dettata da un generico odio o da un cieco punto di vista privo di argomentazioni, tale che nel momento in cui dovessero cadere le ragioni che la determinano, dovrebbe, almeno a livello teorico, rendersi possibile una qualche apertura.
A livello teorico...
E quali sono le ragioni che la determinano?
Su questo c'è una posizione abbastanza chiara e netta, direi, da parte del movimento cinque stelle.
Essi dicono sostanzialmente che non possono appoggiare un 'governo dei partiti' poichè sono gli stessi partiti ad aver portato l'Italia nelle attuali condizioni.
La domanda che segue è: e se ci fosse una qualche apertura da parte dei partiti a riconoscere o ad ammettere qualche responsabilità, per non dire qualche specifica colpa, nell'aver determinato scelte che magari si sono rivelate sbagliate?
'Sento che potrei essere tacciato facilmente di ingenuità, ma ci sono molte esperienze umane che ci dimostrano come dall'incontro di due mondi, di due piani o realtà, diciamo in generale di due essenti, nasca sovente una trasformazione per entrambi che, forse non sempre, ma spesso, rappresenta un miglioramento, una evoluzione.'

Oggi, diffidando chiunque dallo strumentalizzare queste idee per scopi per i quali non sono state pensate, potrei corroborare questa tesi integrando questo concetto col ricorso ad autorità del campo scientifico, particolarmente della ricerca psicologica della gestalt come per esempio F.Perls, R.F. Hefferline, P.Goodman, che ci spiegherebbero come dal conflitto, dalla diversità, spesso ci si muova verso una soluzione creativa ottimale. Essi ci potrebbero spiegare come in un rapporto creativo, per esempio tra persone, il punto di partenza per evitare un rapporto nevrotico è essenzialmente determinato dal contatto tra le persone stesse o, in altri termini dall'accettazione del gioco, non dalla diversità dei soggetti o delle proposte in campo. E che da questo contatto si potrebbe produrre collettivamente un risultato migliore di quello cui si potrebbe pervenire dalle singole idee di partenza. Fermo restando, questo lo aggiungo io e senza doppi sensi, che nell'ambito del possibile è possibile anche rifiutare il contatto, e che nell'ambito del diritto è un diritto poterlo rifiutare.
Sarebbe un discorso lungo da affrontare, ed io non voglio assolutizzare idee che necessiterebbero di essere approfondite attentamente, ma anche senza assolutismi, è facilmente intuibile che si danno numerosi casi in cui queste idee sembrano potersi applicare.
Così proseguivo:

'In ogni caso, chiunque ritenga di essere nel giusto dovrà pur tentare di spiegare agli altri la propria verità, e offrire ai propri potenziali interlocutori l'opportunità di aggiornare il proprio punto di vista col confronto delle idee.
Ma ritengo anche, che l'attuale posizione del movimento cinque stelle possa essere improntata ad una sorta di tattica politica a lungo termine, tattica probabilmente predeterminata, nel qual caso, molti dei discorsi precedentemente fatti perderebbero di consistenza.
Massimo del rispetto. Ma nel frattempo?
Esaminando la situazione anche da un punto di vista molto 'a cinque stelle', l'Italia, nel frattempo non sarà riconsegnata esattamente nelle mani  di coloro che il movimento stesso addita come i responsabili dell' attuale stato in cui versa il Paese?
E allora non sarebbe forse meglio tentare di cambiare il Paese fin da subito entrando in diaolgo,  (per aspro che possa essere) con la coalizione che ha vinto le elezioni (ma non in modo numericamente risolutivo) rischiando forse qualche cosa sì, ma rischiando anche di poter cambiare in meglio la stessa coalizione di centro-sinistra, e anche se stessi? chissà!'

E' veramente difficile. Forse i lettori capiranno i motivi della mia personale reticenza a pubblicare il post di cui questo rappresenta in qualche modo un' estensione e un aggiornamento.
La boccaccesca domanda quindi: "Fare e pentere o starsi e pentersi?" è una domanda che trova un suo senso, anche alla luce delle ultime vicende. Ma scrivevo ancora prima di quese ultime vicende a proposito di questa domanda:

'Non dubito, tuttavia, che mi si potrebbe rispondere che la domanda è mal posta dal momento che al "fare e pentere" non corrisponderebbe, di contro, in realtà, uno "starsi e pentersi" bensì uno "starsi e godersi" dove il godersi alluderebbe probabilmente al godersi lo spettaccolo delle alchimie politiche, dei giochi di equilibrismo, che si presumerebbero oltretutto non risolutivi per il Paese, visto e considerato che analoghe alchimie non hanno migliorato la situazione dello stesso e  che anzi i dati prodotti da queste sono stati tutti quanti in peggioramento, tranne il manipolabilissimo spread, sul quale si è investito molto in termini di manipolazione degli umori delle masse, anche con riferimento al recente passato.
In effetti quello che bisognerebbe tenere ben presente è che in un progetto a lunga scadenza, per buono che possa essere, si apre sempre e comunque l'incertezza di un periodo di transizione, periodo nel quale lo spettacolo potrebbe non essere del tutto divertente da osservare ma, al contrario, piuttosto bruttino, anche a causa degli ipotetici danni che vi si potrebbero fare.'
 

E questo alla luce degli ultimi eventi appunto, è esattamente quella sensazione che si va registrando.
E naturalmente nalla fattispecie, potrebbe rimutare il "godersi" in un più realistico e probabile "pentersi"! Non lo so esattamente.
Ma ripeto, non voglio fare torti a nessuno e ho solo spunti di riflessione da offrire e non verità assolute, e questa ovviamente è solo un'opinione, forse un po' artistica magari, chissà! Dopotutto è da un operatore artistico che è stata pensata...
Il fatto però è che si avverte la sensazione che si sia persa o si stia perdendo una grande occasione di avviare un percorso interessante sia per l'Italia e, con un po' di fortuna, per l'Europa e l'opportunità di cominciare a fare del bene al Paese fin da subito.
Il movimento ha dimostrato una grande capacità di sapersi gestire, affermare e perfino imporre, è capace di reggersi sulle proprie gambe (che sono quelle che si è costruito da sé) e pertanto sento personalmente di dovergli il massimo del rispetto in qualsiasi caso e a prescindere da qualsiasi linea di condotta e decisione voglia o possa mantanere o intraprendere.
In ogni caso, comunque la si pensi, chiunque abbia auspicato, a torto o a ragione, ad un eventuale governo congiunto centro-sinistra/movimento cinque stelle, per eretica che possa essere sembrata questa opinione, ha pensato obiettivamente parlando a quello che sarebbe stato, e che non escludo a priori possa ancora essere, il governo maggiormente somigliante al Paese, certamente quello maggiormente somigliante e rispondente al dato elettorale.