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martedì 14 agosto 2012

Le domande per il futuro

Come annunciato nel post datato 11 agosto 2012, domenica 12 agosto sono stato a S. Anna di Stazzema, dove erano presenti autorità locali e addirittura europee. La giornata è stata ricca e intensa di emozioni.
Il programma è stato rispettato. Il Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz ha tenuto il discorso conclusivo, come previsto, discorso nel quale è emersa evidente la volontà di impedire che simili eventi possano succedere nuovamente, e quindi anche la volontà di impedire che le premesse storiche di questi tristissimi eventi abbiano a ripetersi. Non possiamo che condividere.
Al termine il programma prevedeva, dopo l'inaugurazione del Centro per la Pace, una conferenza stampa.
Pur essendo arrivato in ritardo rispetto all'inaugurazione non ho perso la conferenza stampa alla quale ho anzi partecipato con una domanda alla quale tenevo moltissimo. Voglio subito dire che, a causa del ritardo, non avevo capito che le domande erano riservate ai soli giornalisti, e quindi ringrazio fin da subito, le autorità presenti, di essere state così gentili da avermi consentito ugualmente di formulare la mia domanda. In effetti io sono un operaore artistico e non un giornalista accreditato, un semplice cittadino italiano ed europeo.
Tuttavia come gestore di un blog che si prefigge di fornire elementi utili a che un 'progresso materiale e spirituale' abbia a verificarsi, come chiede la Costituzione Italiana, mi sono sentito di formulare la mia domanda come se fossi un giornalista. La mia non era certo una domanda comoda, me ne rendo conto, ma se un progresso deve essere, dobbiamo anche renderci conto che non è evitando le domande scomode che questo potrà avvenire. Così dopo aver fatto presente quanto desiderassi  formulare la mia domanda, anche con ripetute alzate di mano, finalmente  mi è stato porto il microfono per quella che è stata l'ultima domanda della conferenza. Cosa ho domandato dunque? Dopo aver salutato le autorità presenti ho introdotto la mia domanda così: Rispetto al trattato ESM si ha l'impressione di rimanere molto sulla superfice e di andare avanti a promuoverlo a suon di spot che, come sappiamo, sono fatti per vendere e spesso riescono a vendere ciò che promuovono. Ma cosa sappiamo esattamente del contenuto di ciò che viene  promosso? Poco o niente! Le persone non sono informate proprio perchè non sono state informate adeguatamente da chi avrebbe dovuto farlo. E allora ecco la mia domanda:

Signor Presidente Schultz, il trattato ESM secondo lei, contiene delle clausole vessatorie nei confronti degli stati che vi dovrebbero aderire oppure no?

La risposta è stata ricca di dati, di numeri, di percentuali di tassi di interessi relative alla Banca Centrale Europea  e ad altre banche, numeri che adesso non saprei neanche ricordare e non li citerò.
Ma sostanzialmente non ha risposto alla mia domanda!
Così ho fatto notare al gentile Presidente che sostanzialmente non satava rispondendo alla mia domanda, ma purtroppo non c'è stato un seguito. Si poteva rispondere con un si, con un no, con un non so, oppure argomentando una risposta con una maggiore pertinenza, e invece si è preferito non rispondere a questa domanda. Devo dire che la parte che ho apprezzato della sua risposta è stata quella nella quale ha detto che certe cose devono essere valutate dal parlamento, segno che forse c'è un margine su cui discutere.
Quando ho salutato il Presidente, tuttavia, gli ho dichiarato nuovamente di non essere stato soddisfatto della sua risposta, lui ne ha preso atto, ma poi ci siamo salutati cordialmente. Penso che la difficoltà a rispondere rappresenti il sintomo di un disagio le cui cause  probabilmente, il Presidente stesso vorrebbe non sussistessero, ma che tuttavia si trova forse a dover subire. Ma allora se ci sono delle cause che determinano del disagio dobbiamo chiederci dove sono e quali sono e dobbiamo trovare un modo per ovviare a questo stato di cose.
Credo che debbano esserci maggiori possibilità, in nome della stessa democrazia che è stata menzionate negli stessi discorsi della giornata, di poter formulare domande da parte dei cittadini comuni, in nome di quella Europa dei Popoli che si dice di voler costruire. Sottrarvisi non serve a niente e a nessuno. Sono cresciuto in una cultura che mi ha insegnato a mettere in dubbio le mie certezze per costruirne di più solide e pensavo che questo fosse ormai una buona abitudine diffusa. Forse non è così, e mi dispiace.
Allora speriamo che possa esserlo un domani.
Spero che a simili altezze istituzionali ci si renda conto delle potenzialità di crescita insite nel suesposto metodo, cioè, per ribadire, nel metodo di mettere in dubbio le proprie certezze, e che si adottino le misure democratiche opportune per favorire un aperto confronto.