Per le tecniche miste su carta o altre tecniche che compaiono in questo Diario Elettronico firmate a nome Alessio, tutti i diritti sono riservati.







mercoledì 27 giugno 2012

Le ragioni del lavoro

Riprende dal post pubblicato in data 25/06/2012

Ci siamo lasciati, promettendoci di fare un passo indietro, di ripartire dal tema del 'lavoro delle origini' e dal tema della possibilità di scelta. Dunque riprendiamo...
Anche lo storico che si trovasse a discutere sulla questione del 'lavoro delle origini' ci farebbe notare  come, agli albori della storia umana, non potesse sussistere una vera e propria possibilità di scelta, poichè all'inizio, ovviamente, è il soddisfacimento delle esigenze primarie che determina la scelta operativa, che diventa praticamente obbligata, determinando un'economia di sussistenza caratterizzata essenzialmente da raccolta e caccia.
Anzi da questo punto di vista le attività post-edeniche di Adamo ed Eva ( quella di Adamo suffragata dalle prove scritturali, quella di Eva dalla presunta tradizione popolare cui Cennini deve aver attinto e con tanta disinvoltura da farci pensare che non temesse controversie) ci sembrano rappresentare già una fase evoluta e successiva rispetto a questa.
Dal punto di vista del lavoro solo successivamente, qualcosa cominciò a cambiare e sempre citando il Cennini:

' Poi seguitò molte arti bisognevoli, e differenziate l'una dall'altra;'
(dal 'Libro dell'arte')

Cioè a dire, traducendo e interpretando in un italiano contemporaneo: 

' Poi seguirono molti mestieri differenziati gli uni dagli altri e rispondenti alle varie nuove esigenze e ai vari nuovi bisogni '.

Il Cennini traccia un quadro sintetico ma pertinente che lo storico non può che corroborare.
Infatti, riprenderebbe lo stesso storico, quando l'uomo comincia a vivere in comunità sempre più ampie e costituite da più clan familiari comincia a sentire il bisogno di una diversa organizzazione sociale e i lavori si diversificano appunto e il loro numero si va a mano a mano ampliando. 
Il lavoro rimane tuttavia un fatto familiare, diventa 'mestiere' e viene tramandato di padre in figlio e acerrimamente difeso;i segreti del mestiere sono una garanzia di sopravvivenzae il passaggio da un mestiere all' altro rappresenta probabilmente una rarità, ancora per molto tempo. 
Per tracciare un quadro sintetico dell' evoluzione del lavoro, possiamo far notare come dapprima si veda l'affermarsi delle già citate attività di raccolta-caccia legate al nomadismo, per passare poi ad attività agricolo-pastorali, con le quali ci si avvia, tra l'altro ad inaugurare le attività di tipo sedentario ( agricole ), alle quali si aggiungono col tempo attività di tipo artigianale sempre più variegate; e poi ancora attività di commercio via terra in un primo momento e successivamente anche via mare; ma anche attività di governo e amministrazione, attività politiche, militari, religiose ecc.
Nasce e cresce una diversa società e con essa una diversa economia non più basata sulla sola sussistenza bensì anche sul concetto di scorta e di scambio. E poi ecco che successivamente dove sorge quella regione che ha Sardi come capitale, la Lidia, con il mitico re Creso, cominciò a circolare la moneta e si trattò di una rivoluzione nel campo del commercio! Il commercio vide tra l'altro allargarsi il proprio raggio d'azione. 
Ma di conseguenza questa invenzione influenzò anche la produzione che cambiò per adeguarsi alla domanda. 
La moneta forma evoluta di denaro, poi universalmente accettata, fù inventata con grande lungimiranza da una mente lucida e illuminata per facilitare lo scambio di merci, di servizi e di idee, il tutto teso a favorire la distribuzione dei beni più svariati e con essa lo sviluppo dell'intero genere umano in ogni suo aspetto. Per questo furono pensati i soldi, per lo sviluppo umano!
Premessa indispensabile perchè ciò potesse accadere, tuttavia, era la sua circolazione!
Creso attende il rogo offrendo una libagione
Anfora a figure rosse da Vulci (500-490 a.C.)
Parigi, Louvre
Ma i tempi probabilmente non erano ancora maturi perchè ciò avvenisse. Forse non fu per avidità, alterigia o presunzione, risultati della cecità a cui porta spesso il denaro, che Creso, sempre più ricco, e persuaso di una sua vittoria dall'oracolo di Delfi, al cui santuario lasciava sovente laute somme, perse di vista quell'atteggiamento prudenziale così ben reso dall'espressione popolare: non svegliare il can che dorme! 
Forse si sentì costretto dagli eventi, forse pensò che fosse la soluzione migliore, fatto stà che egli contravvenendo del tutto al monito insito in questa stessa espressione, arrivò al punto di muovere  verso l'impero persiano con intento bellicoso. L'impero persiano, in piena espansione, dal canto suo, raccolta volentieri la sfida rispose come si suol dire pan per focaccia ed arrivò, vittorioso, al punto di detronizzare lo stesso Creso che successivamente finì addirittura sul rogo! Si dice che forze soprannaturali scatenando pioggia e vento vennero in soccorso di Creso e spensero le fiamme di questo rogo, a dimostrazione del fatto che egli avrebbe agito forse in modo imprudente ma non disonorevole. Creso divenne poi un consigliere di Ciro il Grande. E' tuttavia probabile che le sue immense ricchezze abbiano avuto un ruolo non indifferente nel determinare un atteggiamento di eccessiva sicurezza di sé.
Non sempre una buona invenzione viene utilizzata al meglio.
E con questa ultima frase ci diamo appuntamento al prossimo post dove proseguiremo sullo stesso tema.

Prosegue...