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giovedì 7 giugno 2012

La Grande Assente dell'Unione Europea


L'Unione Europea è senza una Costituzione.
Non tutti sanno che Il sito ufficiale dell'Unione Europea invita molto democraticamente ad esprimere le proprie idee e suggerimenti sull' Unione stessa. Non escludo che pure io possa farlo anche da lì, ma per adesso lo faccio da qui, certo che, se da un lato rischio di non rivolgermi direttamente al personale specificamente preparato  per ascoltare i suggerimenti, dall'altro non contravvengo all'invito di esprimere le mie idee, seppure dal mio blog.
Ed e così che mi accingo umilmente a  fornire il mio piccolo contributo.
Dunque l'Unione Europea è senza una costituzione.
E' una vicenda lunga e travagliata quella che ha visto il tentativo di crearne una. Riproporne la storia in modo esaustivo richiederebbe molto spazio. Per questo demando ad ogni lettore il compito di informarsi autonomamente sulla questione. Per quanto mi riguarda, mi limiterò a poche constatazioni di fatto. 
Per esempio che il progetto nel suo complesso è naufragato, benchè alcune parti della stessa vivano nei trattati che si sono succeduti nel corso degli anni. Ma come documento autonomo e specifico essa non esiste ancora appunto. 
Non intendo esprimere un giudizio negativo sulle ragioni del suo naufragio, che potrebbero essere utili e interessanti da comprendere ed approfondire. Sappiamo per esempio che Francia e Olanda l'hanno bocciata con referendum popolare, ma questo ha avuto le sue ragioni d'essere, e queste nazioni erano nella piena e totale legittimità democratica. Questa bocciatura è anzi un trionfo della democrazia perchè sta a significare che la democrazia funziona. Quello che mi chiedo invece è quanto, piuttosto, si siano approfondite queste ragion d'essere?
Intendo dire che è proprio da qui che sarebbero dovute partire delle autocritiche costruttive per una sua revisione e successiva riproposizione. Può darsi che esistano dei tempi tecnici da rispettare, ma che fare nel frattempo?Niente?
Magari mi sbaglio ma l'impressione che ho è che dal momento del suo naufragio sembra quasi di essersi scordati di lei.
Mi domando: si è per caso  giunti a considerarla superflua? E se si, vi si è giunti perchè ci si accontenta del fatto che alcune sue parti vivono nei trattati europei?
O si pensa piuttosto che le Costituzioni Nazionali di ogni singolo stato membro la sostituiscano  degnamente? 
Il problema è molto, molto complesso,ma dobbiamo subito chiederci di rimando: 
è davvero così superflua? 
La domanda è pertinente perchè dietro l'assenza della Costituzione Europea si possono celare  rischi davvero rilevanti. 
Tante altre domande fioccherebbero spontanee, domande alle quali non sarebbe semplice dare una risposta, e anche per questo fermiamoci qui, per il momento, e facciamo alcune altre considerazioni di carattere generale che poi uniremo a queste.

Viviamo in un mondo in continua trasformazione, in un mondo sempre più complesso e in una società che è passata dall'essere quella dell'immagine all'essere quella dell'informazione si potrebbe dire. E questo è utile ovviamente, perchè le informazioni sono utili quando non addirittura necessarie, ma dosi molto alte di informazione possono essere disorientanti e frastornanti. Comunque nonostante questa alta densità di notizie che informano anche dei cambiamenti in atto anche a livello europeo, il singolo cittadino un po' disorientato e frastornato, si trova ad assistere a questi stessi cambiamenti, come un semplice spettatore passivo senza poter veramente intervenire nelle questioni importanti, si sente distante.
Quanti sanno che nel sito ufficiale dell'Unione Europea c'è un corridoio aperto ad ascoltare suggerimenti? Pochi probabilmente!
E così il singolo cittadino si trova ad assistere ad uno scollamento tra le proprie idee, le proprie proposte, le proprie aspettative e aspirazioni, e le decisioni degli organi competenti in materia legislativa a vari livelli, anche a livello europeo appunto, soprattutto quando nota che i parlamentari di lui eletti prendono decisioni diametralmente opposte a quelle che lui  auspicava prendessero, con la sensazione di sentirsi talvolta emarginato, deriso, umiliato.

Orbene, giova ricordare a questo punto che il trattato di Maastricht cioè il trattato sull'Unione Europea del 1992 dichiara esplicitamente che ( e cito l'articolo A ):

"Con il presente trattato, le Alte Parti Contraenti istituiscono tra loro un'Unione europea, in appresso denominata «Unione»". 

E fin qui tutto pacifico, ma prosegue:

"Il presente trattato segna una nuova tappa nel processo di creazione di un'unione sempre più stretta tra i popoli dell'Europa, in cui le decisioni siano prese il più vicino possibile ai cittadini".

Qui mi sembra giusto sottolineare e rimarcare bene: " in cui le decisioni siano prese il più vicino possibile ai cittadini"!

Credo che sarebbe opportuno e auspicabile  tornare a leggere e ad assimilare il senso profondo di questa frase che può a buon diritto essere considerata la premessa fondamentale di tutto il trattato ( tant'è vero che è il primo articolo), ed invitare tutti quanti, cittadini, parlmentari nazionali ed europei  a rileggerla, rimeditarla, a farne un punto di riferimento imprescindibile. 
Dal momento poi, che tutti gli stati membri hanno ratificato questo trattato e vi si sono impegnati, e che quello appena citato, ripeto, rappresenta proprio il primo articolo, l'articolo A ( e credo che anche questo appunto, abbia un senso, dal momento che i primi articoli in genere sono quelli 'modellanti' per tutto il resto per così dire) penso che non sia destituito di fondamento, ne tantomeno irrispettoso, ricordare con umiltà alle rispettabilissime Alte Parti Contraenti l'alto significato che esso esprime ed anche il valore vincolante che questo articolo ha.
Ora mi ciedo, in nome di chi le Alte Parti Contraenti, ciascuna per la propria nazione, hanno ratificato il trattato? 
Per quanto riguarda l'Italia, queste non lo hanno forse fatto nel nome del Popolo Italiano?
Così credo che sia anche per le altre Alte Parti Contraenti, correggetemi se sbaglio. Ciascuna cioè, ha ratificato il trattato in nome del proprio popolo. 

Ma è bene sapere che lo stesso trattato sull' Unione Europea insieme a questo e agli altri articoli ha anche l'articolo N, il quale dice, tra le altre cose che:

"1. Il Governo di qualsiasi Stato membro o la Commissione possono sottoporre al Consiglio progetti intesi a modificare i trattati su cui è fondata l'Unione."

Allora sorge spontanea una domanda: 
Possibile che l'assenza della Costituzione Europea crei un vuoto tale da rischiare di consentire, non sia mai, (  magari distrattamente) di apportare delle  modifiche tali ai trattati  da stravolgerne in modo diametralmente opposto la vocazione popolare così ben espressa dall'articolo A, che le stesse Alte Parti Contraenti si sono invece impegnate a rispettare nel nome del proprio popolo? 

Allora forse sarebbe auspicabile integrare l'articolo N con un vincolo, quello che dovrebbe 'non permettere', 'non consentire'di prendere decisioni in materia di modifica dei trattati, in contraddizione con la Costituzione Europea stessa, dove si presume vengano rimarcati i valori espressi dall'articolo A!

Il problema è che la Costituzione Europea non c'è!!!

Insomma sembra proprio che in Europa manchi un principio ordinatore, cioè la Costituzione appunto.
Per quanto possa essere difficile la sua redazione, la sua revisione, il suo aggiornamento, la sua presenza è altamente auspicabile, anche dal momento che dal vuoto della sua assenza, come spesso accade quando ci si trova di fronte ad un vuoto legislativo pare scaturisca una voce che pirandellianamente sembra dire: 
" Io sono colei che mi si crede!".
La 'sua' presenza invece avrebbe lo scopo proprio di ribadire che 'No, essa non è colei che la si crede', bensì che essa ha un carattere ben definito, uno spirito proprio e profondo e che essa è come si disvela e si evince leggendola; che essa è per difendere i popoli, la loro democrazia e la loro libertà!
Ecco chi è la Grande Assente dell'Unione Europea, la Costituzione, ed in assenza di questa ricordiamoci almeno dell'articolo A del trattato di Maastricht  poichè viceversa è fortissimo il rischio di imbattersi in uno pericoloso stato di 'caos'.


Caos
Tecnica mista su carta
2011