In campagna elettorale si continuano a divulgare false categorie interpretative. Tanto siamo così capaci di comprenderci a vicenda che vale la pena introdurre queste false categorie interpretative, tanto per rendere meno intellegibili i propri discorsi e quelli degli altri, altrimenti che gusto c’è? Scusate l’ironia. Sono soprattutto i sedicenti europeisti a disseminare ogni spazio mediatico del termine “antieuropeisti”, “antieurpei” e via discorrendo. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di pure e semplici falsità.
Si confonde molto volentieri per esempio l’appartenenza all’eurozona (zona che usa l’euro come valuta) con l’appartenenza alla Unione europea, che sono due cose molto diverse. Ed è difficile pensare che dietro l’uso di queste false categorie non ci sia disonestà intellettuale o tattica politica volta alla disinformazione allo scopo di delegittimare l’avversario politico, confondere le acque e veicolare timori irrazionali ventilando chissà quale ipotetico scenario futuro catastrofista. E' difficile pensare che chi le usa non conosca queste differenze.
Chi è per l’uscita dall’Unione europea lo dichiara apertamente, senza nascondersi dietro un dito, ne fa una bandiera, vedi Rizzo per esempio. Quindi la categoria degli antieuropeisti esiste ma non è così diffusa come i sedicenti europeisti, che l’affibbiano a tutti coloro che non si piegano supinamente ai diktat europei, vorrebbero lasciare intendere.
Quando si rinuncerà a questi espedienti disinformativi di basso lignaggio avremo fatto un passo avanti nella reciproca comprensione. E la reciproca comprensione è una conditio sine qua non per costruire il futuro.
Si confonde molto volentieri per esempio l’appartenenza all’eurozona (zona che usa l’euro come valuta) con l’appartenenza alla Unione europea, che sono due cose molto diverse. Ed è difficile pensare che dietro l’uso di queste false categorie non ci sia disonestà intellettuale o tattica politica volta alla disinformazione allo scopo di delegittimare l’avversario politico, confondere le acque e veicolare timori irrazionali ventilando chissà quale ipotetico scenario futuro catastrofista. E' difficile pensare che chi le usa non conosca queste differenze.
Chi è per l’uscita dall’Unione europea lo dichiara apertamente, senza nascondersi dietro un dito, ne fa una bandiera, vedi Rizzo per esempio. Quindi la categoria degli antieuropeisti esiste ma non è così diffusa come i sedicenti europeisti, che l’affibbiano a tutti coloro che non si piegano supinamente ai diktat europei, vorrebbero lasciare intendere.
Quando si rinuncerà a questi espedienti disinformativi di basso lignaggio avremo fatto un passo avanti nella reciproca comprensione. E la reciproca comprensione è una conditio sine qua non per costruire il futuro.