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lunedì 26 febbraio 2018

Considerazioni elettorali

In campagna elettorale si continuano a divulgare false categorie interpretative. Tanto siamo così capaci di comprenderci a vicenda che vale la pena introdurre queste false categorie interpretative, tanto per rendere meno intellegibili i propri discorsi e quelli degli altri, altrimenti che gusto c’è? Scusate l’ironia. Sono soprattutto i sedicenti europeisti a disseminare ogni spazio mediatico del termine “antieuropeisti”, “antieurpei” e via discorrendo. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di pure e semplici falsità.
Si confonde molto volentieri per esempio l’appartenenza all’eurozona (zona che usa l’euro come valuta) con l’appartenenza alla Unione europea, che sono due cose molto diverse. Ed è difficile pensare che dietro l’uso di queste false categorie non ci sia disonestà intellettuale o tattica politica volta alla disinformazione allo scopo di delegittimare l’avversario politico, confondere le acque e veicolare timori irrazionali ventilando chissà quale ipotetico scenario futuro catastrofista. E' difficile pensare che chi le usa non conosca queste differenze.
Chi è per l’uscita dall’Unione europea lo dichiara apertamente, senza nascondersi dietro un dito, ne fa una bandiera, vedi Rizzo per esempio. Quindi la categoria degli antieuropeisti esiste ma non è così diffusa come i sedicenti europeisti, che l’affibbiano a tutti coloro che non si piegano supinamente ai diktat europei, vorrebbero lasciare intendere.
Quando si rinuncerà a questi espedienti disinformativi di basso lignaggio avremo fatto un passo avanti nella reciproca comprensione. E la reciproca comprensione è una conditio sine qua non per costruire il futuro.