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venerdì 20 ottobre 2017

Superare il Trattato di Dublino sì ma non svendiamo la primogenitura per un piatto di lenticchie!

Anch’io credo che sia importante superare il trattato di Dublino almeno nella parte in cui impone che l’immigrato sia costretto a rimanere nel Paese d’approdo. Ma se per fare questo si deve unire il vertice della Commissione europea e quello del Consiglio europeo per creare un super presidente Commissione-Consiglio (con evidente aumento e concentrazione di poteri) e superare la necessità dell’unanimità per certe decisioni, allora il gioco non vale la candela.
Vorrei spiegarmi. L’Italia è nota per il suo autolesionismo, così frequente da sembrare effettivo masochismo. Anche quando può dire di no a decisioni a lei sfavorevoli non lo fa mai, perdendo la possibilità di fare sentire la propria voce e di esercitare il diritto di veto. E’ strano ma è così. Tuttavia ancora oggi, per quanto l’Italia non lo faccia, è teoricamente possibile farlo, basterebbe decidersi. Ma se si aggira la necessità dell’unanimità, per certe decisioni, con la decisione della “figura sola” per Commissione e Consiglio, cade automaticamente il potere contrattuale legato alla possibilità di porre il veto al momento opportuno. Quindi i margini contrattuali dei singoli Paese membri, compresa l’Italia, cadrebbe in un sol colpo. Mentre il potere del nuovo super-vertice aumenterebbe, aumentando contestualmente la distanza, già abissale, tra istituzioni Ue e cittadini.
Quindi: è bene superare il Trattato di Dublino ma è male farlo con questa verticalizzazione. Serve un’altra strada.
Ma gli ingenui o i finti ingenui non mancano in Italia. Ho udito personalmente, dal canale TGCOM24, Lara Comi, europarlamentare di Forza Italia, che -vogliamo ricordare ai cittadini- di recente ha votato no in Parlamento europeo alla possibilità di sottoporre il CETA all’esame della Corte di Giustizia europea (per appurare se per caso non leda i principii costitutivi dell’Unione), plaudire all’idea di Junker di unire il vertice di Commissione e Consiglio in una sola figura. Gli effetti negativi, per la Democrazia nell’Ue, già a livelli infimi, sarebbero purtroppo devastanti. Mentre infatti molti, giustamente, auspicano l'uso di sistemi per ascoltare più spesso e nel migliore dei modi (anche con i referendum) il popolo d’Europa, i suoi cittadini, qui si cerca di fare esattamente il contrario. Si cerca cioè di concentrare un maggiore numero di poteri in una singola figura che, dall’alto, solitaria e inarrivabile, potrebbe imporre decisioni deleterie ai singoli Stati membri in generale e, purtroppo, stando anche alla casistica, all’Italia in particolare.
Sarebbe una Ue con minore rappresentatività e minor Democrazia. Tutto questo per modificare un trattato? No, ribadiamo che serve un’altra strada. Forse il sistema suggerito dall’ambasciatore e Consulente ISPI, Armando Sanguini, anch’egli ospite a TGCOM24, è più auspicabile. Tutto pur di sfuggire alla devastante verticalizzazione indicata da Junker.
E’ noto che spesso in Ue si prendano decisioni sfavorevoli all’Italia e non credo che si cambierebbe strada qualora questa possibilità venisse offerta su un piatto d’argento a un super-presidente Commissione-Consiglio.
Riassumendo e ribadendo: è bene superare Dublino ma è male farlo così, come vorrebbe l’europarlamentare Lara Comi.
Sarebbe il classico contentino dato all’Italia ad un prezzo esorbitante. Ai vertici delle istituzioni europee temo ci si compiaccia spesso dell’ingenuità dell’Italia che per un piatto di lenticchie svende la propria primogenitura.
La decisione di unire presidenza di Commissione e Consiglio sia sottoposta eventualmente a REFERENDUM.