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giovedì 31 dicembre 2015

Dante esiliato due volte

Dante è stato esiliato una seconda volta.
Quanti vorrebbero avere tra i propri poeti e letterati un Dante Alighieri?
Molti, si potrebbe dire senza tema di smentita, e non ce l'hanno! Verrebbe da chiedersi tuttavia che tipo di festeggiamenti sarebbero stati messi in atto in un qualsiasi altro paese se Dante appartenesse come nascita e cultura a quest'altro paese. Vi è da immaginare che ve ne sarebbero stati molti di festeggiamenti, di molto importanti, di grande risonanza anche internazionale.
Invece in Italia il settecentocinquantesimo della nascita di Dante è passato via senza che quasi ce ne siamo accorti, senza che quasi sia stato sottolineato un evento che capita una sola volta nella vita. Qualcosa è stato fatto, si parla per esempio di scoperte di affreschi che lo ritrarrebbero con fattezze diverse, cioè senza il naso aquilino ma, al contrario, ben dritto.
Una vera curiosità, una scoperta interessantissima senza ombra di dubbio, di cui aspettiamo conferme. Ma è comunque poco rispetto a quello che si poteva ipotizzare per un personaggio dello spessore di Dante, che è considerato il padre della lingua italiana e uno dei padri della letteratura europea.
Forse è meglio dimenticarsi di Dante? O fare finta di dimenticarsene?
Che scopo potrebbe avere fare finta di dimenticarsene?
"Se ce ne dimentichiamo, qualcuno forse ce lo rimprovererà, e così avremo una ragione per dare addosso a questo qualcuno". Come si chiama questa? Tecnica dell'autobiasimo? Forse sì, forse no...
Intanto, siamo sicuri che funzioni proprio così? Siamo certi che è questa la funzione di tale tecnica?
E soprattutto, a chi giova? Chissà, forse a qualcuno giova, ma non certo all'Italia. né agli italiani.
E chi ha suggerito una tecnica del genere, chi ha dato questo consiglio? Qualcuno che ama l'Italia? cetamente no! Chi ha dato questo consiglio, se non è italiano (come possiamo ipotizzare), ci gudagna due volte a vederselo applicare:
la prima, perché l'Italia perde una occasione di presentare il meglio di sé; la seconda, perché si creano le premesse di dispute intestine sul perché di tale dimenticanza con agiunta di dinamiche poco edificanti.
Occorre una certa attenzione per sfuggire a questi consigli che sono evidentemente consigli senza coda, che sono quei consigli cioè dati a beneficio del consigliere e non del consigliato.
Si parla tanto di cultura, di identità, e poi ci si dimentica di un' anniversario del genere! E semplicemente inaudito! Ci si dimentica già, e magari per avere una buona scusa per dare addosso a qualcuno. Non c'è che dire, (scusate l'ironia) è decisamente un nobile scopo che fa onore alla nostra nazione.
E' più bello sentirsi furbi forse, per aver attuato una qualche tecnica di questo tipo, che cercare del cemento comune, per cementare un popolo che ancora non riesce a fare corpo comune, che non si sente nazione, che non apprezza la propria cultura tant'è che soffre di esterofilia cronica.
Dante, esiliato due volte, e pare paradossale che ciò avvenga in un momento in cui la Toscana ha esponenti politici ai vertici delle istituzioni.
Forse siamo di fronte a dei maestri della tecnioca dell'autobiasimo. Ma credo che ai vertici delle istituzioni  si sia poco sintonizzati col Paese e con le sue reali esigenze. Anche la distanza dal Paese della Leopolda lo dimostra, del resto, in modo abbastanza inequivocabile. Autoincensarsi da se stessi, senza veri confronti, escludendo le critiche, offre come effetto collatereale l'isolamento dal Paese reale, non c'è dubbio.
Vi è un crescente divario, un netto scollamento tra il vertici del Paese e i cittadini, e il Paese reale, ed anche questa dimenticanza (quella di Dante) lo dimostra purtroppo in modo inequivocabile. Oppure si tratta di una grandiosa tecnica messa in scena per nobili scopi...  
E chissà se la distorta tecnica dell'autobiasimo andrà in porto! Forse (scusate l'ironia) ne valeva proprio la pena, di applicarla!
Le altre nazioni stanno a stento trattenendo le risa...
Ma io veramente penso di no, penso che non ne valesse proprio la pena e che sarebbe stato meglio un atteggiamento diverso, e magari rischiare di eccedere coi festeggiamenti, piuttosto che fare passare l'anniversario così, un poco in sordina...Così passa in sordina e se ne va, il settecentocinquantesimo anniversario della nascita di Dante...e non tornerà, potete scommetterci!