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mercoledì 7 maggio 2014

Battaglie culturali

La crisi attuale non è solo economico-finanziaria, non è solo politica e sociale, è anche culturale!
Ne deriva che per sortire un risultato positivo la battaglia debba essere anche una battaglia culturale.
Questa battaglia culturale e di emancipazione è molto dura e difficile.
Realisticamente non è possibile pensare che possa risolversi in poco tempo!
Le battaglie culturali sono per loro natura lente, e la fretta, oltre a non essere una buona consigliera, non lascia spazi alla corretta sedimentazione delle nozioni, dei concetti, degli strumenti del pensiero. I processi attraverso i quali il pensiero fa breccia nelle coscienze sono molto complessi e rispondo a proprie dinamiche e tempi fisiologici di sedimentazione appunto. Occorre studio, confronto, approfondimento, poi c'è anche bisogno di lasciare tutto questo e pensare ad altro, anche distrarsi magari e consentire che il tempo svolga il proprio ruolo, e poi inaspettata può giungere una illuminazione! Si ritorna sugli argomenti lasciati con una consapevolezza maggiore.
Ma lo sforzo è necessario, poco o niente avviene senza sforzo.
Chi sa questo e desidera impedire che una corretta sedimentazione avvenga, non ha che da sceglier la fretta!
E' sempre la fretta che impedisce di rendersi conto pienamente del significato di ciò che viene proposto anche politicamente; è sempre la fretta che impedisce la corretta sedimentazione delle informazioni e che esse raggiungano le zone della coscienza.
Questo dovrebbe essere abbastanza semplice da comprendere, magari non immediatamente avvertibile, ma una volta che vi si è posta l'attenzione dovrebbe essere comprensibilissimo.
Occorre una grande unione di intenti per sortire un risultato positivo, in una battaglia culturale, ed anche unire gli intenti non è facile. Le forze del Divide et Impera sono sempre all'erta e pronte a dividere.
Gli italiani hanno bisogno di ritrovarsi uniti in chi maggiormente li rappresenta, forse hanno bisogno
di un nuovo patto sociale, imperniato sui diritti costituzionali.
Purtroppo bisogna dire a malincuore, e bisogna necessariamente riconoscere che da anni questa rappresentatività non c'è.