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venerdì 16 maggio 2014

A questa Europa chiediamo equilibrio, misura e garanzie!!!

Ebbi modo di incontrare personalmente il Presidente Martin Schulz nell'agosto del 2012 a Sant'Anna di Stazzema. Allora ebbi modo anche di porgli una domanda. Non ricevetti una risposta a mio giudizio pertinente, anzi, per come la vedo io, praticamente non ricevetti risposta. Il tutto avvenne all'interno di una conferenza stampa e le cose andarono più o meno come segue.
Sul finire della conferenza stampa ricevetti gentilmente la parola, cosa di cui ancora ringrazio non essendo io un giornalista accreditato ma un semplice gestore di un blog, di un Diario Elettronico.
Dopo aver ringraziato e salutato le autorità presenti introdussi la mia domanda così: rispetto al trattato ESM si ha l'impressione di rimanere molto sulla superfice e di andare avanti a promuoverlo a suon di spot pubblicitari che, come sappiamo, essendo fatti per vendere spesso riescono a vendere effettivamente ciò che promuovono.
Ma cosa sappiamo esattamente del contenuto di ciò che viene  promosso, del contenuto dell'ESM stesso?
Poco o niente!
Le persone non sono informate, e questo perchè non sono adeguatamente informate proprio da coloro che invece dovrebbero farlo, e nel migliore dei modi.
E allora ecco la mia domanda che ovviamente verte sull'ESM:
signor Presidente Schultz, il trattato ESM secondo lei, contiene delle clausole vessatorie nei confronti degli stati che vi aderiscono, oppure no?

La risposta contenva dati, numeri, percentuali relative a tassi di interesse, relative alla Banca Centrale Europea  e ad altre banche, numeri che adesso non saprei neanche ricordare e che anche per questo naturalmente non citerò, anche per non incorrere in errori.
Ma sostanzialmente non ebbi risposta alcuna alla mia domanda!
Così feci notare al gentile Presidente che sostanzialmente non satava rispondendo alla mia domanda, ma purtroppo non si ebbe un seguito nella discussione.
Si poteva rispondere con un si, con un no, con un non so, oppure argomentando una risposta con una maggiore pertinenza, e invece si è preferito in qualche modo non rispondere a questa domanda.
E' chiaro che chi ha posto la domanda crede fermamente che vi siano delle forme di vessazione contenute nel trattato e molti altri errori e che per questi un simile trattato non abbia diritto di albergare in una unione che sostenga il primato dello Stato di Diritto.
Tuttavia la domanda non assume la connotazione di una domanda retorica, perché punti di vista dissimili possono sempre sussistere ed è importante appurare in quali punti e quanto.
Naturalmente se poi addirittura la risposta fosse stata un sì, cosa che auspicavo ( ma che non osavo prospettarmi come realistica ) ecco che vi sarebbe stata perfino sintonia.
Quindi la domanda, per quanto evidentemente scomoda, aveva - ed ha tutt'ora - una sua precisa importanza e pertinenza, tendendo chiaramente ad appurare se il ricevente condivide questa opinione oppure no.
Purtroppo però come sto dicendo, questo non è stato possibile appurarlo.
Il trattao ESM su cui verteva la domanda istituisce un organismo omonimo in cui all'art. 10 viene concesso di modificare l'art. 8 e l'allegato II, cioè da carta bianca sull'ammontare del gettito che i singoli stati dovrebbero versargli, come una specie di cambiale in bianco.
Ora, dal momento che qualsiai contratto o trattato chieda di fare una cosa del genere è generalmente considerato vessatorio nei confronti di chi subisce la richiesta di gettito,  in sostanza il trattato stesso acquista la fisionomia di un contratto capestro, e visto e considerato che i contratti vessatori o capestro non hanno diritto di sussistere in uno Stato di Diritto, ne consegue che un simile trattato non dovrebbe avere a rigor di logica diritto di albergare in una unione che si imposti sul Diritto.
Io ripropongo ancora questa stessa domanda, la ripropongo a tutti coloro che hanno approvato la ratifica dell'ESM, in pratica a tutti partiti che fanno parte di questa attuale maggioranza allargata, e la ripropongo ancora idealmente al Presidente Martin Schulz, e se possibile la ripropongo con maggior vigore perché questa domanda acquista oggi un peso maggiore essendo il presidente Schulz candidato alla presidenza della
Commisione Europea, un ruolo politicamente rilevante anche in connessione all'ESM stesso.
A scanso di equivoci, ci tengo a precisare che chi scrive è un profondo ammiratore della Germania, soprattutto per la cultura che ha sempre saputo esprimere, dalla filosofia alla musica classica, alla letteratura e all'arte in generale, e che non ho alcuna antipatia nei confronti del Presidente del Parlamento europeo.
Non è per questioni personali quindi, ma se un segnale poteva essere dato oggi dall'Unione europea in questo momento in cui per altro ci avviciniamo alle elezioni, era quello di andare verso una aperta affermazione delle garanzie e non verso l'adiacenza al più forte.
Infatti la Nazione più forte in Europa sappiamo tutti che è la Germania, dunque se vuoi essere garantista, tu  che scegli le candidature fai almeno in modo che queste vadano nella direzione del riequilibrio delle forze.
Invece anche in Italia tutta una certa sedicente sinistra ( che oramai molti ritengono essersi trasformata in una seconda destra!) appoggia la candidatura di un presidente che ha la nazionalità del Paese più forte, rinunciando in partenza non solo ad una rappresentatività personale maggiore ma anche a qualsiasi altra ipotesi e forma di riequilibrio sul piano continentale, e a qualsiasi forma di garanzia anche per gli altri Stati.
Sono le stesse forze che dicono in televisione di voler cambiare l'Europa, e che poi invece appoggiano lo statu quo dell'Ue in uno dei suoi rappresentanti e architetti.
Oltretutto con gli ultimi governi italiani negli ultimi anni abbiamo visto avallare le politiche dell'austerità, molto sostenute e sponsorizzate dalla stessa Germania e che la stessa sa far ben indirizzare a proprio vantaggio, mentre in Italia creano disagi a non finire.
Così non sembra certo destituita di fondamento l'opione secondo la quale questi stessi ultimi governi italiani siano stati per certi versi filo-tedeschi più che filo-europei o filo-italiani.
Qui invece, contrariamente a certe dichiarazione, siamo ancora di fronte all'affermazione del pensiero unico sull'Europa, a quell'adiacenza ad una architettura europea che sta facendo acqua ovunque e che nonostante stia facendo acqua ovunque si continua ad appoggiare per partito preso nelle scelte politiche, salvo poi andare in TV a dire che si vuol cambiare e accaparrarsi qualche voto di protresta magari.
Purtroppo ancora una volta dobbiamo constatare che siamo di fronte alla vecchia politica, ai vecchi stratagemmi, al dire una cosa e farne un'altra. Per me è molto difficile capire come i cittadini italiani possano appoggiare forze politiche che li marginalizzano, li provincializzano, che creano precarietà, che danno esorbitanti quantità di denaro ad organismi di dubbia utilità e democraticità ( probabilmente indebitandoci ), privando i propri concittadini di serie politiche economiche, sociali e industriali per il rilancio del Paese.
E intanto il PIL scende.
Se vogliamo cambiare non possiamo appoggiare i vecchi partiti.
C'era una occasione per dimostrare di aver cambiato veramente e sinceramente opinione rispetto all'approvazione del trattato ESM, del Fiscal Compact, dell'assurdo Pareggio di Bilancio in Costituzione, c'era una occasione per dimostrare di aver cambiato rotta e invece ecco che si preferisce appoggiare un rappresentante di questa architettura europea e del disastro che sta causando, dimostrando di fatto di essere sulla stessa linea e di non voler cambiare.
Non c'è riequilibrio, e non sembra di andare verso politiche di garanzia, non c'è ascolto.
Evidentemente poi in Italia non si sente nemmeno l'esigenza di smentire le tesi secondo le quali questi ultimi governi sembrano andare nella direzione di appoggiare la Germania a discapito di se stessi, dell'Italia.
Ma evidentemente in Germania sono più patriottici di noi e sanno fare un gioco di squadra molto migliore di quello che sappiamo fare noi. Infatti a tale proposito è difficile prendersela con la Germania che fa il proprio gioco. Siamo noi che non sappiamo fare il nostro interesse e facciamo quello della stessa Germania, solo che molti non se ne rendono conto.
Se c'era una cosa di cui proprio non si sentiva il bisogno era di dimostrare che in Europa si sta espandendo il verbo della legge del più forte e quindi dell'autoritarismo.
Ci sarebbe ancora molto da dire in proposito, per esempio sul fatto che ( si va dicendo in televisione ma in effetti non sono sicuro che sia cisì) con queste ultime elezioni si elegge direttamente il presidente della Commissione. Si va verso una politica di investitura, mentre personalmente sono favorevole a una politica delle garanzie, l'unica che possa tranquillizzare i cittadini di un mondo che sembra vivere in un Terrae Motus continuo.
E adesso chiediamoci, rispetto a questi cambiamenti elettorali, noi cittadini europei che cosa sapevamo?
Su quali basi è stata presa questa decisione? Quando?
Dov'è la legittimazione democratica di una simile decisione? Come mai non si è sentito il bisogno di indire un dibattito sulla questione?
Come mai non si è sentito il bisogno di coinvolgere la popolazione europea in un dibattito che avrebbe potuto essere proficuo?
Anche qui siamo di fronte ad una evidente svolta autoritaria. Un numero crescente di cittadini europei sembra ricevere l'impressione che questa Unione europea sia sempre più autoritaria poiché sempre meno autorevole e sempre meno democratica. Non è una bella impressione.
Vorremmo che l'Ue ponesse attenzione a queste dinamiche e a questi sentimenti, che non sembra prendere in seria considerazione.
La Germania abbiamo detto sa far bene i propri interessi, ma serebbe stato un bel gesto da parte della stessa Germania aver segnalato lei per prima quanto sarebbe opportuno e necessario esprimere equilibrio anche nelle scelte delle candidature e non creare situazioni di monopolio.
Se l'Ue è una unione in cui alberga lo Stato di Diritto, a certe cose dovrebbe pensare; se questa Unione europea vuole essere veramente democratica non può non pensare che la Democrazia è anche coinvolgimento, partecipazione; non può non pensare che la Democrazia sia anche equilibrio, misura e garanzie.