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sabato 3 agosto 2013

Zone di sviluppo

Talvolta sentiamo di doverci sospingere verso esperienze che sembrano costituire almeno potenzialmente un'occasione di importante sviluppo personale e interiore. Zone prossimali di sviluppo. L'espressione non è mia e lascio agli eventuali gentili lettori il compito di rintracciarne l'autore.
Il termine 'prossimali' deriva naturalmente da 'prossimo' cioè vicino e indica la loro vicinanza rispetto a colui che potrebbe usufruirne. Ma ci si riferisce ad una vicinanza fisica primariamente, come nel 'prossimo' evangelico, prima ancora che spirituale. La vicinanza fisica, reale, di un soggetto che sente ed ha la possibilità di uno sviluppo personale, a una di queste zone, rende le possibilità concretamente realizzabili, viceversa le cose si fanno complesse...
L'applicazione di questo concetto è relativa soprattutto all'ambito della pedagogia e quindi allo sviluppo del bambino, ma credo che la si possa estendere tranquillamente anche a quella dell'essere umano in generale.
E tuttavia questo aprossimarsi  può avvenire non senza la presenza di punti interrogativi anche abbastanza pressanti, di incognite che conferiscono a queste potenziali esperienze alcuni margini di indeterminatezza e perfino una certa aura di mistero, perfino per chi, un po' disincantato, è consapevole del rapido alternarsi di poesia e prosaicità.
Da qui deriva comunque anche la possibile presenza di momenti di incertezza e forse una sottile inquietudine, fattori che complicano sensibilmente la scelta sul da farsi.
Talvolta i tempi sembrano maturi, talaltra non ancora, eppure...Colpa mia forse, quella di non essere riuscito recentemente a cogliere un momento propizio anche dal mio punto di vista, punto di vista che certo presenta talora qualche grado di complessità, lo ammetto.
Ma non sussisterebbe alcun grado di complessità se non dessi importanza a certe cose.
Rimane poi il fatto che ci sono cose che devono essere affrontate in modo ottimale direi e con un certo grado di preparazione, ma senza pregiudizi, preconcetti e preimpostazioni. Dal punto di vista del grado di preparazione  forse sono stato e sono tuttora carente, carente!
Fattori umani, rumori di sottofondo e quant'altro ancora, hanno turbato alquanto uno stato che avrebbe dovuto mantenersi legato a quello 'originario' che non saprei esattamente come definire.  Lavoro al ripristino di uno stato originario, sono fiducioso!

Spesso ci sono delle ragioni particolari per le quali qualcosa non avviene esattamente nel momento in cui si vorrebbe che avvenisse. La vita è molto complessa. E la sua complessità a chi può essere imputata?
Ragioni che un'ipotetica controparte ( in un contesto di scambio culturale ed esperienziale reciproco)probabilmente non sa e non può sapere, ragioni che sono importanti o addirittura importantissime per chi le sente proprie, e che magari sono anche difficili da spiegare, da comunicare, e che anche per questo la prudenza spingerebbe a non sindacare, il che costituirebbe per altro una manifestazione di grande rispetto apprezzabilissima.
Ma il fatto appunto è che ci sono delle cose che devono essere difese, e anche con zelo possibilmente, cose rispetto alle quali la prudenza non è mai troppa, visto e considerato che la prudenza in ogni caso costruisce e non distrugge niente, no, non distrugge niente. Difficile da spiegare forse...
Il suggerimento, in questi casi, è quello di indirizzare i propri stati d'animo in una condizione di imperturbabilità e di sostanziale epochè , di sospensione del giudizio, almeno temporaneamente.
Infatti il giudizio, o, per meglio dire, il giudicare, in questi casi potrebbe essere controproducente. Potrebbe costituire anche uno sfogo legittimo probabilmente sì, ma sostanzialmente inutile o addirittura dannoso.
Nel momento in cui si cerca di tenere conto di un numero elevato di fattori senza escluderne alcuno, il minimo che può succedere è che qualcosa slitti. 
Il tutto si fa un po' farraginoso probabilmente ma anche più ricercato, e forse prezioso.
Ma provo un senso di amarezza, e non so nemmeno quanto giusto sia, nel considerare il fatto di aver forse turbato, per quanto involontariamente s'intende, uno stato di grazia, benché debba ammettere di non esserne esattamente sicuro. Ma c'erano delle ragioni. Quando sei nel labirinto, tutto proteso a cercare l'uscita, quando il momento si attarda e subentra la stanchezza, la realtà si permea di inintellegibilità e i dubbi ti invadono. Tu non vorresti averne, temi addirittura che possano offendere qualcuno, ma in realtà non puoi farci niente, i dubbi ci sono e te li tieni e fare finta di non averne non serve a niente, forse anzi a complicare ulteriormente le cose.
Zone prossimali di sviluppo? Possono essere potenzialmente utili! In un contesto di stati d'animo ripristinati, non senza prudenza, non senza rispetto reciproco delle parti, non senza uno scopo comune. Molte cose devono collimare, non è facile, ripeto, non è facile, non è nemmeno impossibile...