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mercoledì 24 luglio 2013

Il labirinto

la vita, sopratutto alcuni suoi momenti, può essere rappresentata simbolicamente da un labirinto, per certi suoi aspetti. Per la verità gli studiosi di simboli e simbologie, potrebbero essere piuttosto reticenti ad accettare così pacificamente questa affermazione che parrebbe loro troppo semplicistica, ritengo, acquistando il labirinto questa specifica fisionomia particolarmente durante il medioevo, all'interno di un contesto religioso prevalentemente cristiano. Siccome sappiamo bene invece che il simbolo è ben più antico è evidente che si tratta soltanto di uno dei suoi aspetti.
Il suo simbolismo in effetti è complesso e profondo e l'affermazione iniziale certamente non basta da sola ad assolvere il compito di esprimerlo appieno. L'origine stessa del nome labirinto rimane ancora piuttosto oscura. Sono varie le opinioni al riguardo. Una delle più accreditate e diffuse è che derivi dalla parola labrys con la quale si designava la doppia ascia di pietra cretese.
Un'altra versione, forse la più giusta e autorevole, venendo, per altro, da uno studioso di simboli rinomato come René Guénon  è che sia labirinto che labrys derivino entrambe da una antica parola che designava la pietra la cui radice sarebbe la, da cui tra l'altro deriverebbero laos in greco e lapis in latino.
( vedi Simboli della scienza sacra, René Guénon, ai paragrafi La caverna e il labirinto e Cornici e labirinti)
E tuttavia, nonostante la sua reale complessità, parte del suo significato è certamente anche abbastanza intuitivo nei suoi aspetti più evidenti e quindi possiamo concludere che in linea di massima la definizione di cui sopra, per quanto parziale, può essere abbastanza tranquillamente accettata. Pertanto cercheremo di non fare troppo i sofisticati.
Tutti sanno più o meno che cos'è un labirinto. Esistono varie tipologie di labirinto che possono essere ridotte a due strutture fondamentali, quella monocursale o unicursale e quella multicursale.
La prima conduce sempre inevitabilmente al centro; la seconda è più intricata derivando da un intreccio più o meno complesso e inestricabile di vie.
Per introdurre la parte seguente del post avvisiamo gli eventuali gentili lettori che ci riferiremo espressamente a questa seconda tipologia di labirinto anche quando, in modo del tutto arbitrario vi inseriremo la mitologica figura del Minotauro, il quale è invero sempre riferito al labirinto di Cnosso a Creta, un labirinto cioè monocursale.

Talvolta la vita assomiglia dunque ad un labirinto e attraversare un labirinto certamente non è facile,  nemmeno in condizioni ottimali, figuriamoci quando le condizioni ottimali non ci sono e i propri limiti si fanno sentire. Il percorso della vita può diventare inintellegibile esattamente come il percorso di un labirinto.
Perchè quando sei all'interno di un labirinto il rischio di perdere la strada è reale e sempre presente, il che è assai probabile per chi vi entra in modo sprovveduto o addirittura inavvertitamente.
E se ciò avviene la condizione ideale per uscirne è che qualcuno dal di fuori e magari dall'alto, osservando il labirinto come si osserva una planimetria, diriga in qualche modo i tuoi movimenti fino all'uscita. E questo, per altro, introdurrebbe il tema della 'fiducia'.
Chi ha una tale fortuna non ha problemi. Ma le cose possono presentare vari gradi di difficoltà a rendere ulteriormente difficile il percorso fino all'uscita, anche nel caso di un sostegno dal di fuori.
Mettiamo per esempio che all'interno del labirinto si trovi il Minotauro. Il suggeritore in questo caso deve stare attento che nel dirigerti verso l'uscita l'ideale percorso non incroci la stanza del mostro taurino.
Questo costituisce quindi un primo grado di difficoltà.
Ma ve n'è un secondo. Se per esempio quel giorno il Minotauro è in vena di sgranchirsi le gambe e invece di starsene buono buono nella sua stanza si mette anche lui ad andarsene in giro per il labirinto, il compito del suggeritore si fa ancora più difficile e allo stesso tempo diventa ancor più prezioso.
Infatti dovrà essere pronto a suggerire repentini cambiamenti di rotta e temporanei allontanamenti strategici, magari proprio dall'uscita ormai in vista.
Il tutto ovviamente per evitare l'incontro col mitologico essere.
Ma c'è ancora un terzo è più difficile grado di difficoltà, quello che vede la presenza di un secondo suggeritore che si affianchi al primo. E quando i suggeritori diventano due sono due anche i casi: o essi suggeriscono all'unisono oppure no. Nel secondo caso, dando suggerimenti diversi perchè diversa è l'interpretazione che danno della realtà che vedono, creano confusione, sempre ammesso che non siano effettivamente antagonisti. Perchè i suggeritori potrebbero essere anche antagonisti e in questo caso l'uno darà giusti consigli e l'altro li darà invece deliberatamente sbagliati (consigli senza coda del terzo tipo). Non è facile riuscire a interagire col giusto suggeritore.
A chi credere? Un modo di scoprirlo probabilmente c'è benché rischioso.
Si può infatti tirare a sorte colui tra i suggeritori al quale dare affidamento escludendo temporaneamente l'altro e vedere se dopo aver seguito una serie di consigli si arriva finalmente all' esito  tanto sperato. Se ciò non accade allora probabilmente si è dato credito al suggeritore sbagliato e un aspetto della realtà è stato disvelato. E questo come immediata conseguenza comporta ovviamente il cambio del suggeritore.
Il fatto è che, se sei riuscito a scampare al Minotauro, verso dove il suggerotiore in malafede avrà cercato certamente di portarti, come minimo ti ritroverai in un punto del labirinto in cui sei più lontano dall'uscita rispetto a prima.
Qui è evidente il grado elevato di difficoltà.
Ma proviamo a pensare che cosa accadrebbe se di suggeritori invece di due ve ne fossero tre, quattro, cinque, sei e così via fino ad un numero indefinito. Sarebbe il caos.
E' chiaro che a questi livelli di complessità la confusione regnerebbe sovrana e l'inintellegibilità della realtà attraverso i suggerimenti sarebbe totale. Avere troppi suggerimenti e troppi suggeritori, specialmente se contraddittori tra loro, è praticamente come non averne nessuno.
Ti ritrovi nel bel mezzo del labirinto praticamente come se tu fossi solo, con una gran confusione di sottofondo per giunta, il che da un certo punto di vista è quasi peggio che esserlo veramente.
In questo caso l'unico modo di uscire è sviluppare una strategia autonomamente cercando di affinare l'intuito, forse anche l'istinto, o un sistema razionale magari di tipo matematico.
O se sei alla ricerca del giusto suggeritore forse il tempo te lo indicherà. Ma quanto a lungo si può sostare nel labirinto? Difficile a dirsi!
In ogni caso col Minotauro a giro i rischi sono chiaramente evidenti e ogni scelta deve essere ben ponderata. E' chiaro che da queste riflessioni ne potrebbero derivare tante e tante altre anche molto interessanti, nonché funzionali ai fini del nostro discorso, ma è evidente che questo appesantirebbe talmente tanto il presente post, che probabilmente si presenta già abbastanza denso così com'è, che sarebbe del tutto sconveniente a questo punto tentare di seuirli.
In ogni caso è possibile ritenere che quanto già espresso possa essere già di qualche aiuto a far capire a quale grado di difficoltà e di inintellegibilità possa giungere la realtà in talune circosatanze.
Per queste ragioni e per tante altre talvolta è molto difficile districarsi nel labirinto.
Ma una cosa è certa: si è spesso innocenti di questa confusione e di questa complessità di cui faremmo volentieri a meno!