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sabato 12 gennaio 2013

Meglio una lettura semplice

A volte sussiste la possibilità di divenire inconsapevoli generatori di messaggi di cui si ignora perfino il significato. Addirittura si può perfino ignorare di aver generato un messaggio.
Salvo poi rendersi conto da tutta una serie di fattori che ciò può essere avvenuto, e allora uno si insospettisce e comincia a chiedersi: Come? Dove?
Quello della inconsapevole generazione di messaggi è un aspetto che meriterebbe di essere approfondito anche perché le nuove possibilità date dalla telematica e dalle moderne tecnologie informatiche e digitali, hanno tra i loro effetti, quello di contribuire ad una sofisticazione e complessificazione del mondo della comunicazione, tra le altre cose.
La sensazione è infatti quella di andare incontro ad un mondo della 'messaggistica', se così si può dire estremamente complesso.
Ma anche senza stare a scomodare le moderne tecnologie digitali ed informatiche o la complessificazione generalizzata del mondo contemporaneo, si può ben arguire credo, come, anche in situazioni più semplici, sia sempre possibile dare dei significati diversi a frasi o anche a singole parole, a espressioni, a locuzioni ecc.
Sarebbe estremamente complesso stare a sviscerare tutti gli aspetti legati alla comunicazione e alle teorie ad essa legate e non è il caso di affrontarle qui naturalmente.
Ma credo che sia abbastanza chiaro un po' a tutti, anche per esperienza personale, come sia possibile dare di una espressione, di una locuzione, di una serie di parole, di un concetto ecc. una interpretazione diversa da quella che era nell'intenzione dell'autore, rendedo l'autore stesso doppiamente autore, autore cioè di un messaggio di primo livello e poi di un messaggio di secondo livello leggibile magari attraverso una chiave di lettura, attraverso un codice, o qualcosa del genere.
Ora, non dubito che simili cose possano verificarsi anche molto spesso, ma nello specifico, avendo avuto sentore che qualcosa del genere possa essere accaduto con una locuzione da me usata in un certo post, locuzione da me conosciuta nell'ambito di studi artistici, ritengo di dover intervenire a tale proposito per tentare di dirimere la questione se possibile, e sempre ammesso che esista. Infatti stò brancolando nell'ambito delle ipotesi.
Desidere pertanto informare gli eventuali gentili lettori che la locuzione francese 'Rappel à l'ordr' da me usata in un post perfino nel titolo, deve essere intesa essenzialmente come una semplice citazione, una citazione che forse addirittura ne impoverisce il significato poichè essa è essenzialmente funzionale a descrivere un certo ambito culturale artistico ormai storicizzato e piuttosto ricco di eventi, che uno studioso di storia dell'arte saprebbe ben identificare, ed invece io l'ho utilizzata per la sua traducibilità con la frase italiana 'ritorno all'ordine' dove il ritorno all'ordine è un ritorno ad un ordine del proprio mondo particolare e non riferito al 'ritorno all'ordine' artisticamente inteso.
Quindi non solo non ho utilizzato la frase per lanciare messaggi subliminali, ma addirittura ne ho in qualche modo contratto la portata, impoverito il senso, il significato  perfino.
Io non sono in grado di stabilire se vi si possano leggere dei messaggi nascosti, ma in ogni caso, qualsiasi sia il messaggio che vi si possa nascondere l'idea secondo la quale sarebbe stato lanciato consapevolmente è del tutto destituita di ogni fondamento.
La frase va letta solamente nella sua pura e semplice traduzione, cioè a dire con un puro e semplice: ritorno all'ordine! Niente altro.
Può anche darsi che mi sbagli, ma, a scanso di equivoci, se della confusione è derivata da questa locuzione e da sue possibili interpretazioni in chiave, penso che questa stessa confusione dipenda per lo più da una interpretazione sintomale della frase, certamente non dalla mia volontà.
Mi dispiace se la cosa ha causato dei fraintendimenti, non era mia intenzione.
La strumentalizzazione è uno degli aspetti maggiormente inquietanti legati alla comunicazione dei giorni nostri e il linguaggio si presta purtroppo suo malgrado a fenomeni di questo tipo.
L'unico modo per eluderli sarebbe quello di non comunicare. Se invece dobbiamo comunicare necessariamente dobbiamo anche affrontare e accettare il rischio di letture sintomali e strumentalizzazioni. Ma l'invito che vorrei fare è a una lettura semplice e diretta dei discorsi, senza andare a cercare chissacché!