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domenica 28 aprile 2024

Per fermare il declino dell'Occidente serve la Democrazia

 Se vogliamo fermare il declino occidentale dobbiamo necessariamente riconsiderare, vorrei dire, rivalutare la Democrazia, nelle varie forme con cui si è espressa nell' Occidente moderno, nelle sue varie declinazioni. Qualcuno potrebbe stupirsi di fronte a questa affermazione ma la realtà è che essa, la Democrazia, si è profondamente involuta, fin quasi a scomparire, insomma ha goduto in passato di un miglor stato di salute, soprattutto all'indomani della seconda guerra mondiale, nel secondo dopoguerra. In quel momento alcune forme democratiche hanno mostrato tutto il proprio potenziale anche creativo, come in Italia per esempio, con la sua novella Repubblica. Una moderna Democrazia è certamente più evoluta delle precedenti forme democratiche. Non risulterebbe inutile comunque ripercorrere la sua storia, Solone, Clistene, Temistocle, per esempio, cosa che consentirebbe di appurare così il grado di perfezionamento e di evoluzione che l'ha portata ad essere l'elemento precipuo, la caratteristica fondamentale e quasi indissolubile di un mondo, ovvero di un comparto, di un blocco che, anche grazie a quella, ha saputo e potuto svilupparsi raggiungendo un considerevole stato di benessere sociale e notevoli conscenze e competenze in molti settori, nonché mostrare al mondo una via da seguire. Però i difetti insiti nell'uomo e nelle società che esso forgia di volta in volta, non sono scomparsi in ragione dell'affermarsi della Democrazia, purtroppo, ed anzi, come ha sottolineato adeguatamente René Guénon che, comunque, non aveva molto in stima questa forma di governo degli stati, riscontrandone vari difetti, hanno continuato a manifestarsi copiosamente, determinando il fatto che sono andati a minare gradualmente la Democrazia stessa tant'è che oggi si è praticamente ridotta ad una sua maschera, una scimmiottatura mal riuscita dell'originale, di un qualcosa che avrebbe ancora un grandissimo potenziale da esprimere.

Qualcuno potrebbe pensare che l'Occidente sia in declino nonostante abbia al suo interno gli anticorpi della Democrazia. Ora che l'Occidente sia in declino è giusto, che questo declino avvenga nonostante la Democrazia, è sbagliato, proprio perché essa oggi è praticamente assente e quando è presente è ridotta a un nome, a un suono svuotato di significato, ad una maschera appunto. Come Guénon riscontriamo la presenza di molti difetti nell'uomo occidentale, a differenza di lui però abbiamo fiducia nella Democrazia che addirittura riteniamo in grado di correggere quei difetti. Solo che la Democrazia deve potersi esprimere e oggi non può, è come impossibilitata.

Qualcuno ha saputo e sa sfruttare l'incantesimo che il suono Democrazia suscita istintivamente in una platea di persone anche eterogenea, ottenendo sostanzialmente però solo un risultato soporifero, ma dietro a questo suono, dietro a questa maschera, e sfruttando proprio quell'effetto soporifero, si scatena di tutto, particolarmente una sfrenata lotta di classe all'inverso, il cui intento sembra essere, ormai al riparo da ogni ragionevole dubbio, la distruzione della classe media, vero perno intorno a cui ruota una società occidentale in salute.

Ed è proprio per questa lotta di classe all'inverso, forse principalmente per questo, che lo stato di salute dell'Occidente non è ottimale, ed è proprio per l'affievolimento della vera Democrazia che la lotta di classe in questione ha potuto prendere piede. I sistemi attraverso i quali la Democrazia viene inficiata necessitano di studi specifici e per fortuna c'è chi li compie, ma alcuni sono intuibili e possiamo già da adesso affermare che non c'è dubbio sul fatto che là dove la Democrazia si affievolisce, subetra il protego ergo obligo, vecchi sistemi di protezione basati su dinamiche clientelari, sul ricatto, su un corporativismo settoriale che non riesce a porsi dei confini, eppure dei confini sono necessari. Est modus in rebus, diceva Orazio, sunt certi denique fines quos ultra citraque nequit consistere rectum. E il corporativismo non può spingersi fino al punto di calpestare la legge, lo stato di diritto. C'è un modo nelle cose, ci sono dei confini che devono essere rispettati, altrimenti non può sussistere il giusto. Se questi confini non vengono rispettati, la Democrazia, la rappresentatività, lo stato di diritto, si contraggono, e lo spazio per la distruzione della classe media si amplia, e lo stato di benessere che quella classe è in grado di elargire e diffondere non può più essere elargito e diffuso, il centro di attraversamento di ogni ascesa e discesa sociale, cioè proprio quella classe media, salta, la società è meno dinamica, meno creativa, si involve, trascinando in questa involuzione praticamente tutto.

Ecco una delle ragioni, certo da approfondire, a causa delle quali il blocco occidentale è in declino, ed ecco perché soltanto il ripristino della vera Democrazia può scongiurare che questo declino persista.

Nello scrivere questo, e gli altri articoli di questo Diario Elettronico, coltvo un po' di spirito di servizio, particolarmente di un servizio di tipo sociale,  un impegno sociale insomma; coltivo altresì nel mio piccolo anche la speranza di veder fruttificare quel poco che semino, se non oggi un giorno, in futuro. Così spero innanzitutto che questi scritti qualcosa di buono racchiudano in sé, e che magari qualcuno nel leggerli possa condividerne il contenuto ma anche criticarlo, e  se condiviso estenderne la portata, arricchirli con le proprie aggiunte in base alle proprie competenze, possa trarne cioè qualcosa, se qualcosa c'è, da far fruttificare ulteriormente. Personalmente impiego una certa fatica, devo confessare, e spesso non ne vedo un grande ritorno, però in alcuni casi mi è sembrato che potessero andare a sostenre, per quanto il mio sostegno sia stato esiguo, alcune cause giuste che forse avevano proprio bisogno di sostegno e ne richiedevano anche esplicitamente, ad affiancare alcune battaglie che forse necessitavano che qualcuno o qualcosa gli si affiancasse, in alcuni casi mi è sembrato cioè, a torto o a ragine, di essere di sostegno insomma, e questo per me è molto importante. Quanti e quali frutti può portare un'attività certamente faticosa, fatta nei ritagli di tempo, il che spiega i numerosi difetti, fatta rinunciando ad altre cose certamente più nelle mie corde, non saprei esattamente ma non spetta a me porre limiti alla provvidenza, che c'è, e con essa c'è anche la speranza appunto che un qualche tipo di fruttificazione possa sussistere. 

Nello scrivere questo e gli altri articoli c'è insito l'ossequio e l'ottemperanza ai doveri costituzionali, particolarmente all'articolo quattro. I frutti dipendono da tante cose, forse anche dal rendere queste idee possibilemte estese, certamente più estese di quanto non siano oggi, in modo da trovare alleati che condividendone il contenuto possono in un' ottica solidale, anche come espressa dall'articolo due della Costituzione, sostenere chi le sostiene. Così sono a prendere con me stesso l'impegno di continuare, per svolgere quella funzione sociale a cui alludevamo prima, nonché per tenere attiva la mente, nonché per costruire qualcosa che col tempo potrebbe costituire un punto di riferimento, di consultazione, di stimolo, non dico per gli altri, cosa auspicabile naturalmente, dico anche per me, per la mia crescita personale, armonizzandomi con le mie idee, con ciò che è già stato espresso, per estenderlo io stesso ed accrescerlo, parallelamente alla mia stessa cvrescita personale che mi auguro armonica.

Nell'andare a rileggere certi articoli del passato, per esempio, mi sono accorto che la mente si dispone a completarli, ma non si disporrebbe a completarli se non fungessero da stimolo al completamento, insomma qualcosa di buono forse c'è, soprattutto per chi li ha scritti, anche questo non è poco.

In sostanza quello che c'è funge da stimolo ad un completamento che può a sua volta sussistere perché nel frattempo qualcosa si è aggiunto al mio bagaglio di esperienze e conoscenze, qualcosa di nuovo ho immagazzinato, e questa sensazione, che naturalmente apre a varie considerazioni di tipo ermeneutico, è piacevole e foriera di aprire alcune vie, alcune linee di sviluppo, di cui peraltro sono sempre alla ricerca, pur non dimenticando le linee di sviluppo in corso o del pasato, anche quelle che non sono state praticate appieno e che riaffiorano, accusandomi di averle trascurate.