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domenica 25 febbraio 2024

Sempre a proposito di ORIENTE e OCCIDENTE

 Sono molti gli spunti che questo libro, ORIENTE e OCCIDENTE, suggerisce, così numerosi che ci guardiamo bene dal pensare di aver esaurito con l'articolo precedente gli argomenti e le riflessioni possibili. Quello che ci preme sottolineare  è che nonostante sia un testo datato, ci si possono trovare riflessioni straordinariamente attuali. Pensiamo che invitare alla lettura di questo testo, in modo che ciascuno possa farne una esperienza in prima persona, costituisca un suggerimento prezioso, suscettibile di fornire molte risposte, e soprattutto ai quesiti di chi ha ravvisato negli eventi recenti che ci hanno coinvolto, con particolare riferimento ovviamente alla vicenda covid, il manifestarsi di numerosi difetti ascrivibili, certo, al genere umano in generale, in particolare però all'uomo occidentale. Sono tutti difetti di cui Guénon ha copiosamente parlato, poiché erano evidentemente già presenti nell'occidentale di inzio XIX secolo, anche nel passato quindi, tuttavia il ripresentarsi di questi stessi difetti è avvenuto ad un livello assolutamente impensabile, tanto da far pensare ad un peggioramento repentino delle condizioni sociali e culturali in Occidente, ad un declino preoccupante, ad una degenerazione e degradazione tali da non sembrare quasi possibili, da lasciare increduli. E questa incredulità, questo stupore, sono anche in ragione del fatto che c'era chi evidentemente, come Réne Guénon, avvisava di questi stessi difetti, in modo da indicarne anche la possibile correzione. Eppure c'è stato un aggravio della situazione. Perché niente o quasi è stato fatto nonostante le molte indicazioni?

Probabilmente, come accenavamo anche nell'articolo precedente, una certa responsabilità deve averla avuta il fatto che l'autore stesso del testo, aveva nei confronti della Demcrazia più che un certo scetticismo e la trovava incompatibile cone la costituzione di una élite in grado di esercitare una certa influenza volta a correggere i difetti in questione. Altre ragioni potrebbero risiedere nel fatto che alcuni ostacoli siano stati apposti più o meno deliberatamente sul cammino della correzione da qualcuno, singolo o gruppo, il quale, per qualche ragione sulla quale non ci addentriamo in questo momento, non aveva interesse che una tale correzione dei difetti avvenisse. In pratica, tra errori di impostazione e contrasti intenzionali e non, l'auspicio guénoniano non ha avuto l'effetto sperato dal francese. Saremmo davvero curiosi di sapere quale impressione avrebbe destato su di lui, uno sguardo sulla vicenda covid, e che cosa ne avrebbe pensato. Abbiamo cercato di mettere in luce con una serie di ragionamenti che la Democrazia ben lungi dall'essere un impedimento per la costituzione di una élite o gruppo avente la missione di correggere questi difetti, può anzi favorire lo sviluppo dapprima dei singoli e poi del gruppo stesso. Sarebbe sufficiente avere presente il discorso di Pericle agli ateniesi sulla Democrazia a nostro avviso, per capirne il buono e le dinamiche meritocratiche attraverso le quali un filtro naturale si verrebbe a costituire favorendo e non ostacolando tale creazione. Chi è dotato intellettualmente in una Democrazia pienamente sviluppata, troverebbe di che nutrirsi e svilupparsi, alla stregua di quanto avverrebbe, per Guénon, in una società tradizionale. Se in Occidente non troverebbe che ostacoli, ciò è dovuto al fatto che NON siamo purtroppo in una Democrazia pienamente sviluppata, anzi, un numero crescente di indizi lascerebbe intendere che siamo solo in una parvenza di Democrazia, sembra cioè che il blocco occidentale abbia indossato la maschera democratica, illudendo i più di un suo sussistere, mentre di autentica Democrazia non c'è praticamente niente o quasi. Ora, se qualcosa ti tiene in uno stato di allucinazione tale che vedi la Democrazia dove essa non è, la funzione della maschera esercita tutta la propria nefasta influenze poiché dietro di essa avvengono in modo piuttosto indisturbato dinamiche del tutto opposte. Se invece attraverso un'opera di risveglio, ti accorgi che non siamo in un mondo democratico, forse puoi fare qualcosa, anche svegliare altri e tentare di apportare magari insieme ad essi qualche auspicabile correttivo. Senza questa presa di coscienza, senza cioè notare la maschera, diventa molto difficile fare qualcosa. Non notare la maschera, inoltre, determinerebbe taluni effetti secondari, se così si può dire, come per esempio quello di vedere accusare la stessa Democrazia di essere inutile e sostanzialmente inservibile per la crescita e lo sviluppo delle singole personalità dal notevole potenziale intellettivo e delle società dove esse albergano. Dal momento che non se ne vede l'emergere, essi argomentano, vuol dire che la Democrazia non favorisce questa dinamica di emersione, tant'è che qualcuno comincia ad impugnare simili argomentazioni per perseguire un ulteriore svilimento democratico, per deprivare cioè delle ultime propaggini democratiche una società solo apparentemente tale e, in vero, già copiosamente espoliata di essa Democrazia. Invece, appunto, la Democrazia non c'entra niente nel bloccare questo sviluppo. Ad entrarci sono invece dinamiche che gli si oppongono talvolta anche apertamente, e tuttavia nella maggioranza dei casi nascostamente. Quando l'opposizione è aperta, ha se non altro il pregio di essere riconoscibile come tale, per quanto una simile onestà appaia in genere soltanto quando chi la manifesta ha appurato il sussistere di un tale stato degenerato di cose da ritenere di poter uscire in campo aperto senza temere che gli oppositori possano fare qualcosa per guastare un progetto di spoliazione democratica evidentemente così avanzato da andare avanti quasi per forza di inerzia e senza contrasti a prescindere dalla limpidezza o non delle affermazioni, dello schiarirsi delle posizioni. C'è in pratica un potere che si manifesta come apertamente non democratico solo quando ritiene che poco o niente possa opporglisi, che poco o niente possa opporsi all'instaurarsi di un regime autoritario, arbitrario e dispotico.