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venerdì 4 aprile 2014

Qual'è l'apparato formatore di questa Unione europea?

Ci sarebbe bisogno di parlare di misure non convenzionali da parte della BCE, se le banche nazionali redistribuissero il flusso di denaro che arriva loro in modo appropriato?
Ci sarebbe bisogno di parlare di misure non convenzionali se le banche salvate dall'ESM avessero investito nell'economia reale invece che perdere soldi nella fnanza speculativa?
A quale gioco stiamo giocando? Ci sono troppe anomalie...
Ci sono serie difficoltà nei rapporti tra i vari organismi  dell'Unione europea che riflettono le tensioni esistenti tra politica e finanza e l'assenza di una precisa definizione dei ruoli, finendo per denunciare la crisi di un assetto strutturale sui generis che non risponde purtroppo alle esigenze dei cittadini.
E' chiaro che si tratta di questioni grosse.
E la questione dei vincoli di mandato non la solleva nessuno? Ma ci sarebbe bisogno poi di parlare di vincoli di mandato se le banche non dessero la sensazione di fare cartello per costringere la politica in una direzione piuttosto che in un altra?
Non sarebbe necessario ridiscutere tutta una serie di cose a livello europeo?
Sarebbe interessante avere risposte a tutte queste domande. E' chiedere troppo, chiedere di avere delle risposte a queste domande?
Proviamo un po' a rispondere a queste domande prima di parlare di misure non convenzionali!
Costruire non è facile, nessuno lo nega e ci sono errori politici che si manifestano a lungo termine e che forse non era possibile prevedere.
Credo però che l'apparato formatore di questa Unione europea non possa essere il ricatto economico, ma una seria e soprattutto serena scelta politica che solo l'unione di Nazioni libere da ricatti può dare.
Ecco che così si potrebbe parlare veramente di politiche europee e di scelte libere.