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lunedì 27 maggio 2013

Ancora a proposito di Libertowngradurbeburg

Circa un anno fa, sempre nel mese di maggio, scrissi un post intitolato "A proposito di Libertowngradurbeburg".
Il post commentava in modo piuttosto stringato, devo dire, ma spero non inefficacie il senso del nome di questa città.
Esisteva, ed esiste ancora in questo blog, anche una tecnica mista su carta intitolata Libertowngradurbeburg, a chiusura del post precedente a quello citato.
Allora scrivevo che Libertowngradurbeburg rappresenta la città della libertà.
Tuttavia esistono varie interpretazioni e varie sfumature che si possono dare della parola libertà anche molto soggettive e quindi molto diverse le une dalle altre.
Così precisavo che il senso di questa parola non doveva essere inteso troppo semplicisticamente e convenientemente come libertà di fare sostanzialmente quello che ci pare, benchè in Libertowngradurbeburg sussistano naturalmente tutti i diritti dell'uomo libero e la distinzione tra reato e peccato è nettissima, ma che quella parola, libertà, traeva la sua maggiore nobilitazione da un significato diverso: in Libertowngradurbeburg la libertà è quella che nasce dalla cosciente rinuncia alla violenza. Soltanto quando la cosciente rinuncia alla violenza sarà vissuta come un valore assoluto a livello individuale prima ancora che collettivo, ma anche collettivo, l'essere umano vivrà la vera libertà.
E' chiaramente una città utopistica, infatti siamo ben lungi dal vivere pienamente il senso di questa concezione di libertà, e nella società sussistono ancora oggi che siamo nel terzo millennio livelli altissimi di violenza.
Ma anche la violenza ha avuto una sua evoluzione nel corso del tempo esattamente come tutte le cose e si nutre delle novità e delle scoperte scientifiche e culturali, di nuovi strumenti pratici e concettuali esattamente con la stessa intensità con la quale vi si nutrono altri aspetti della società meno deleteri ed anzi per lo più utili e positivi.
Così la violenza ha assunto forme che oggi sono tanto più pericolose, quanto più si nutrono di tecnologie e conoscienze sofisticate di ogni ambito ed altresì quanto più  riescono a rendersi sostanzialmente invisibili.

Così oggi, vorrei aggiungere qualche dettaglio a proposito di questa città utopistica.
In Libertowgradurbeburg non vivono i ricercatori di ricattabilità né i signori dell'umiliazione, perchè ogni cittadino di Libertowngradurbeburg ha capito pienamente che ricercare la ricattabilità degli altri è violenza, e che pure la ricerca dell'umiliazione degli altri è violenza, e come tale è aborrita e rigettata.
In Libertowngradurbeburg ogni pensiero che si pensa nella mente di ogni singolo cittadino che intenda poi manifestarlo non è visto con sospetto, è anzi ben accetto e vissuto come un dono e una ricchezza da tesaurizzare.
Siamo molto lontani da questo risultato purtroppo.
Cerchiamo almeno di fare tesoro dell' esperienza personale e collettiva e della memoria storica anch'essa personale e collettiva e di non disfarsi delle conquiste di civiltà che abbiamo così faticosamente ottenuto nel corso del tempo.