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domenica 3 marzo 2013

Dopo le elezioni

Dopo il risultato delle urne il dato più significativo che emerge e si impone in tutta la sua limpida evidenza è l'affermazione di forze fresche, totalmente nuove in Parlamento, come avevamo per altro auspicato ancorchè ipotizzato, anche senza una particolarmente sviluppata lungimiranza.
Questo dato spinge molti ad una attenta riflessione e questa è una delle conseguenze certamente positive.
E' evidente, per esempio, che è in atto un tentativo più o meno concreto da parte dei partiti tradizionali di comprendere la realtà che si è manifestata con le recentissime elezioni politiche. 
Per qualcuno più distratto degli altri questa realtà si è come materializzata davanti agli occhi abbastanza improvvisamente. E' probabile, infatti che, a coloro non particolarmente inclini a frequentare la rete internet, questa realtà elettorale sia apparsa in tutta la sua schiettezza ed evidenza in modo piuttosto brusco.
Ma gli elementi, anche al di fuori del mondo del web, per rendersi conto del cambiamento in atto c'erano tutti. L'importante dato storico delle elezioni amministrative del 2012, per esempio era stato un segnale piuttosto chiaro a questo proposito, e non era certo un segnale da potersi cogliere nel solo mondo della rete.
Per tutti coloro che auspicavano l'ingresso di forze fresche in Parlamento è un momento decisamente positivo, quasi elettrizzante e naturalmente va da sé che tutto questo rappresenti un' occasione unica per queste stesse forze di fare valere la propria presenza, il proprio pensiero e le proprie idee e deve essere riconosciuto come un grande risultato.
Ma credo che in questo momento ci voglia un vero e autentico rispetto per tutti coloro che hanno oggettive difficoltà a comprendere la reale portata e l'esatto significato dell'affermazione del movimento 5 stelle per esempio e, in generale, il significato dell'attuale assetto del Parlamento.
Comprensione è una parola di uso comune e non c'è alcun dubbio che tutti quanti sappiamo dare il giusto valore e la giusta interpretazione a questo vocabolo. Ma dobbiamo riconoscere che comprendere con esattezza un qualsiasi fenomeno della realtà, grande o piccolo che sia, è cosa assai più complessa e difficile.
L'esattezza è pur sempre l'esattezza e, nella maggior parte dei casi, viene istintivamente associata ad un giudizio per così dire perfetto e, di conseguenza, alla stessa perfezione, cosa di cui l'uomo, si dice, è sprovvisto. Si dice anche,infatti, con espressione popolare assai diffusa, che nessuno è perfetto, e ancora che la perfezione non è di questo mondo. Potrebbero aprirsi su questo argomento diatribe molto lunghe, difficili da dirimere, che non è il caso di affrontare in questa sede. Quello che invece ci preme ribadire è un concetto molto semplice tutto sommato, cioè che sussiste una reale intrinseca difficoltà da parte dell'uomo in generale a comprendere la realtà fenomenica, sia essa costituita da fenomeni semplici o complessi.
E questo vale per tutti.
L'esatta comprensione delle cose è sempre una delicata alchimia che nasce dell'unione di 'essere' e 'sapere' e non è mai facile per nessuno ottenere questa equilibrata commistione 'alchemica'.
Se saremo in grado quindi,di riconoscere questa difficolta in noi stessi probabilmente saremo anche più propensi a riconoscere e giustificare questa stessa difficoltà negli altri.
La realtà stà cambiando a ritmi vertiginosi, talvolta troppo vertiginosi, anche per i cosiddetti 'nativi', cioè per coloro che sono nati nell'era della teconologia telematica e che, proprio per questo, sono più inclini e capaci di altri ad usare e a convivere con i mezzi e con gli strumenti della recente tecnologia dell'informazione e con le possibilità che questi stessi mezzi mettono loro a disposizione.
Questa difficoltà è per forza di cose maggiore in chi 'nativo' non è, e questo dovrebbe spingere appunto ad una certa tolleranza.
Pensiamo, a ben guardare, che ci sia anche qualcosa da imparare probabilmente dall'osservazione di questa difficoltà che potrebbe ripresentarsi in un futuro magari su fenomeni di chissà che tipo, e che potrebbe vedere come protagonista ancora una volta un certo divario generazionale.
Quello che ci preme dire dunque, è che ci vuole, o ci vorrebbe in ogni caso, un oggettivo rispetto e comprensione per tutti coloro che manifestano la difficoltà in questione tantopiù se sono propensi, come pare, ad indagarne seriamente la natura. E questo naturalmente senza che nessuno rinunci alla propria posizione politica. In altri termini: contrapposizione politica ma rispetto reciproco.
Ma non possiamo non rimarcare adesso come gli svariati appelli fatti per richiamare l'attenzione su una certa incapacità all'ascolto da parte della classe dirigente siano caduti piuttosto nel vuoto e che soltanto il brusco scossone dell'attuale risultato elettorale possa far capire quanto fossero pertinenti.
Il rispetto poi è anche quello dovuto a forze politiche che escono comunque da un risultato elettorale e che pertanto, pur perdendo voti rispetto alle politiche precedenti, sono legittimamente rappresentative del popolo Italiano.
In questo senso si configurano naturalmente come interlocutori oggettivamente legittimati con i quali dovrà pur sussistere un qualche rapporto relazionale per difficile che possa essere.
Concludo questo post dicendo soltanto che, ad elezioni avvenute, l'onere e l'onore di formare un governo sembra proprio spettare alla coalizione di centrosinistra. Questo compito non sembra facile evidentemente per l'attuale frammentazione del Parlamento (soprattutto del Senato) ma neanche impossibile.
Vedremo come si svilupperanno le cose nei prossimi giorni ma qualunque sia lo sviluppo ci auguriamo che l'attuale Parlamento si dimostri più sensibile del precedente nei confronti delle reali esigenze del Paese ed abbiamo qualche ragione per credere che questo possa essere.