Per le tecniche miste su carta o altre tecniche che compaiono in questo Diario Elettronico firmate a nome Alessio, tutti i diritti sono riservati.







giovedì 3 agosto 2017

E' stata prudente e opportuna l'approvazione della missione italiana in Libia?


Come cittadino italiano ho pensato del tutto istintivamente che la missione intrapresa dall’Italia in Libia e votata dal Parlamento ieri, fosse sostenuta da entrambi gli invitati a Parigi, Sarraj e Haftar. Era una cosa che davo per scontata e invece evidentemente mi sbagliavo perché scontata non era come avrei appreso questa mattina. Come cittadino distratto ho pensato di essere stato colpevolmente distratto sì, ma in fondo non siedo in Parlamento e quindi la mia distrazione può essere chiaramente ben giustificata. Molto meno giustificabile sarebbe invece il fatto che i parlamentari che hanno approvato la missione non avessero tutte le informazioni in merito e non sapessero che non c’era l’accordo tra i due libici, Sarraj e Haftar. Ed ecco che oggi arriva la sorpresa: Haftar minaccia l’Italia, le navi italiane che sconfinano sarebbero giudicate alla stregua di navi nemiche che invadono le acque territoriali libiche.
Da cui nasce una domanda: Il governo sapeva che non c’era l’accordo di Haftar? E se lo sapeva è stato prudente approvare una missione senza l’approvazione di entrambi?
Ma le richieste di chiarimento di membri delle commissioni riunte III e IV della Camera e 3^ e 4^ del Senato il 1 agosto 2017, come quella di Edmondo Cirielli di Fratelli d’Italia che ha chiesto chiarimenti rispetto alle dichiarazioni di Haftar, già avvenute quindi, che poneva dubbi giudicando l’intervento italiano sui migranti un semplice pretesto per cambiare gli equilibri in campo, dimostrano che il Governo non poteva ignorare al questione. Queste dichiarazioni le ho potute ascoltare oggi, registrate, sulla televisione satellitare della Camera. E scaturiscono quindi alcune risposte evidentemente e anche alcune altre domande.
Il fatto è che se si raggiunge un accordo delicato tra due esponenti libici e li si fa apparire di pari dignità di fronte alla platea televisiva di tutto il mondo come avvenuto in Francia, non si può poi screditare l’uno a discapito dell’altro ponendone uno su un piano inferiore rispetto all’altro senza aspettarsi quantomeno un po’ di risentimento.
Si può sperare che il dialogo inclusivo delle parti, come si dice, possa avere un seguito se si va ad escluderne una, di queste parti? In questo appare una contraddizione evidente.

Per quanto riguarda i timori espressi da alcuni portavoce libici ufficiali e non, alcune precisazione sono probabilmente doverose.
Si può pensare che l’Italia costituisca un pericolo per la Libia con due navi? I timori sembrano quantomeno sproporzionati. La recente storia d’Italia dimostra in tutto e per tutto che l’Italia non ha alcun pensiero bellicoso nei confronti della Libia, cosa che sarebbe addirittura incostituzionale e che farebbe saltare subito qualsiasi governo. Vi immaginate se un Governo che ha già i suoi problemi va a rischiare di cadere per un intento incostituzionale?! Non è semplicemente realistico, per cui la Libia può dormire sonni tranquilli, non saranno le due navi italiane a conquistarla! Quanto all’ipotesi di cambiare gli equilibri in atto, anche questa ipotesi sembra essere eccessivamente severa nei confronti dell’Italia che ha invece un reale interesse nel gestire più da vicino il fenomeno della tratta dei migranti fenomeno che, come tutti sanno, la riguarda da molto vicino.
Ma non possiamo giudicare del tutto fuori luogo né illegittime le preoccupazioni di Haftar che vanno comprese.
Per questo ribadiamo ancora una volta che sarebbe servito il consenso di entrambi, Sarraj e Haftar insieme, per portare navi italiane in acque libiche, cosa che Sarraj, di ritorno dagli impegni presi in Francia avrebbe compreso benissimo.
Ma adesso le minacce ci sono, sono state confermate, e quindi dobbiamo chiederci che cosa succederebbe se alle minacce dovessero seguire i fatti?! Il quadro relativo al traffico dei migranti ne risulterebbe migliorato? Ne dubito! Il quadro generale in Libia ne risulterebbe migliorato? Ne dubito! Ecco perché occorreva un assenso anche di Haftar. Chiediamoci anche: a chi gioverebbe un’eventuale degenerazione dei fatti?
Non possiamo esimerci dal constatare né nascondere ai nostri occhi che un eventuale crisi militare tra Haftar e l’Italia aggraverebbe in generale la situazione libica, già molto delicata ma che potrebbe avvantaggiare la Francia di cui non si tace (ne si smentisce) l’interesse per i giacimenti petroliferi sfruttati da ENI.
Non è che siamo finiti in una qualche trappola? Chissà?! Forse sì, forse no ma...se sì, ordita da chi?
Qui prodest? A chi giova?
In ogni caso se trappola c'è, questa ha un'origine e forse una pianificazione ormai datata che si può forse rintracciare nella destabilizzazione della Libia relativa alla c.d. primavera araba.

Sono tempi difficili e dobbiamo essere scaltri ma soprattutto prudenti, prudenti come serpenti e questa prudenza il Governo e il Parlamento pare che forse non l’abbiano mostrata ma i Governi coinvolti riguarderebbero probabilmente anche le precedenti legislature.