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giovedì 16 ottobre 2014

Esce oggi "Il ricatto dei mercati" di Lidia Undiemi

E' arcinota la frase di M. A. Rothschild, altrimenti attribuita a N. Rothschild:

"Datemi il controllo della moneta di una nazione e non mi importerà di chi farà le sue leggi"

Una frase dura e sincera al tempo stesso, quantomeno franca, una frase citatissima e che, anche per questo, è divenuta quasi assiomatica per tutto un mondo.
E' sotto gli occhi di tutti come l'economia e la finanza in effetti condizionino ogni aspetto della società, anche la produzione di cultura!
Già Adorno ammoniva che la cultura di massa non è tanto cultura 'delle masse' quanto piuttosto cultura 'per le masse'.
Ma il vero livello culturale di una società lo si misura e lo si evince anche dalla capacità critica del popolo rispetto a stilemi culturali che arrivano dall'alto, qualunque essi siano.
La cultura 'per le masse' può e deve essere messa in discussione 'dalle masse' stesse, e questo atteggiamento può e deve essere incoraggiato anche dai mezzi di informazione, ma ciò può avvenire a livelli profondi soltanto in seguito ad un' azione culturale consapevole che miri all'emancipazione.

Esce oggi un libro che può aiutare a farlo: " Il ricatto dei mercati " di Lidia Undiemi, Dottore di ricerca in Diritto dell'Economia.
Comprendere i meccanismi che regolano questo mondo dell'economia e della finanza significa comprendere molto dello stato attuale della nostra società in generale e dei possibili scenari futuri.
Significa altresì capire dove è insito un possibile errore o dove sono insiti più errori sommati insieme tra loro, quegli stessi errori che poi si riverberano nella stessa società e determinano crisi economiche e sociali di vario genere, con conseguenze dai vari aspetti e dai vari nomi spesso inquietanti, quali: indebitamento, disarmonie redistributive, prelievi forzosi, deresponsabilizzazioni, esternalizzazioni, desertificazioni, delocalizzazioni, precarietà, e quant'altro ancora.
Capire queste dinamiche potrebbe significare anticipare e prevenire ulteriori deterioramenti civili e sociali del nostro mondo e del nostro tempo e pericolose potenziali derive anti-democratiche.
Un nuovo umanesimo potrà essere possibile soltanto umanizzando questo settore economico-finanziario.
Dopotutto l'economia è fatta per l'uomo,  non l'uomo per l'economia.
L'uomo deve essere messo al centro dell'economia che deve essere al suo servizio e non viceversa.
Serve una correzione del punto di vista e, in generale, una nuova antropometria.
Quando avremo assimilato il contenuto di questo libro potremo dire di aver fatto veramente un concreto passo avanti verso un nuovo umanesimo, un passo concreto nella direzione di una vera rivoluzione culturale!